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Parma Calcio

Cuesta: «Nessun modello, imparo da tutti. Il Parma ha potenziale»

conferenza stampa di presentazione del nuovo allenatore del Parma Calcio 1913 Carlos Cuesta allo stadio Tardini il 26.6.2025 Carlos Cuesta parla
©Foto: Massimo Morelli

In casa Parma è il momento del Cuesta-day. A distanza di una settimana dal suo annuncio, Carlos Cuesta è stato presentato dinnanzi alla nutrita platea dei giornalisti nella sala stampa dello stadio Tardini.

Parso subito emozionato, ma sicuro delle sue parole, ben scandite in un fluente italiano, il quasi 30enne tecnico spagnolo ha riportato le prime impressioni sul suo arrivo al Parma. Se, da un lato, sono ancora acerbe le riflessioni e le valutazioni sui singoli giocatori in rosa, dall’altro è già certa la volontà di mister Cuesta di cercare di dare una quadratura e organizzazione alla squadra. Cuesta, ex collaboratore per 5 anni di Arteta all’Arsenal, si porta con sé un bagaglio di conoscenze raccolte nelle tante esperienze passate in grandi società del calcio internazionale (fra Spagna, Italia e Inghilterra) che, a detta sua, utilizzerà per porre le basi del suo nuovo.

Di seguito, le prime parole di Carlos Cuesta da allenatore crociato durante la conferenza stampa di presentazione, a cui eravamo presenti anche noi di SportParma:

PRIME PAROLE «Vi ringrazio per la vostra presenza. Vi chiedo scusa se non parlo benissimo italiano. Ringrazio tutti: il presidente Krause, l’Arsenal, ma anche i mister precedenti, Pecchia e Chivu, che hanno posto le basi per lavorare in futuro con questa squadra».

EMOZIONI A CALDO «Mi sento molto onorato di far parte di questo club così importante in Italia come il Parma. Ho sentito la chiamata in modo naturale e ho ricevuto grande fiducia fin dall’inizio dei rapporti. Il discorso dell’età può essere una sorpresa ma è stata una caratteristica della mia carriera. Il mio passato è stato legato a questo ma non voglio avere questa cosa in testa come alibi o scusa. Voglio essere valutato come allenatore del Parma».

ALLENATORE PIÙ GIOVANE «Come dicevo prima, all’Arsenal ho iniziato a 24 anni ma i giocatori e le persone cercano la stessa cosa. Sono importanti due cose: capire di essere una brava persona e capire cosa poter dare ai giocatori per poter fargli esprimere al meglio».

I MODELLI «Per essere sincero, non ho un modello. Voglio imparare da tutti, ho avuto tanti punti di riferimento in Spagna, Inghilterra con Arteta ma voglio imparare da tutti non solo di calcio ma anche di altro, con obiettivo di migliorare come allenatore e dare possibilità ai giocatori di migliorarsi».

IL RUOLO ALL’ARSENAL «Le responsabilità sono diverse, ma con lo stesso obiettivo di aggiungere valore alla squadra. Questo è un cambio di ruolo importante in cui sicuramente qua le scelte dipenderanno da me e non saranno più influenzate».

L’IDEA DI GIOCO «Non penso sia giusto mettere delle aspettative perché non portano ai risultati. Prima cosa sarà conoscere i giocatori, cercheremo un’idea di gioco organizzata in campo, sfruttando al meglio le qualità dei nostri giocatori con un’idea sempre chiara».

LA ROSA «Tutte le valutazioni interne saranno fatte internamente con la società ma sicuro stiamo parlando di una squadra con grande potenziale e con grandi possibilità di lavorare molto bene. Il punto di partenza è il giocatore e poi in relazione alla rosa si creano i mezzi per sfruttare a meglio i giocatori a propria disposizione».

IMPATTO CON LA CITTÀ «Ho sentito una bella energia fin da subito, ho trovato gente umile, lavorativa e con la voglia di farti sentire a casa. Ho sentito cose belle sul “Tardini” e tante cose che ci piacerebbe vedere in campo, questa mentalità e solidarietà saranno fondamentali in campo per rappresentare al meglio il Parma».

DIFFERENZE TRA I CAMPIONATI «Secondo me il calcio qua è più organizzato e non si può fare grande differenze tra i paesi. Ho sempre provato ad imparare in ogni posto in cui sono stato e ho cercato di prendere tutte le cose utili per il mio lavoro per poi riportarli ai ragazzi. La differenza non riguarda il calcio ma il contesto extra-campo che riguardano altri aspetti».

IL PROGETTO DEL CLUB «Dal primo giorno abbiamo avuto chiarezza sui compiti e volontà della società. E’ un progetto di club non solo sul club maschile ma in generale per creare una cultura attraverso il lavoro quotidiano con un’unica mentalità e una sola linea guida per risaltare al meglio la nostra filosofia».

L’IDEA SULLA SERIE A «La Serie A è un campionato con tanti allenatori bravi. Noi avremo un’identità chiara ma nel calcio si dovrà essere bravi e versatili ad adattarsi alle varie situazioni che ogni partita ci metterà davanti».

DOVE SONO LE POTENZIALITÀ? «Non voglio fare una specificità ma penso che nel complesso, visto che è una squadra con potenziale, dovremo essere completi e bravi in ogni zona del campo. Vogliamo, però, essere una squadra competitiva, capace di difendere ed attaccare tutti insieme organizzati in campo con un solo credo».

LA CHIAMATA DEL PARMA «Non mi aspettavo questa chiamata, ero concentrato sul mio lavoro all’Arsenal ma quando è arrivata l’opportunità non ho esitato ad accettare. Mi sono preparato bene fino ad ora per fare tutti i ruoli e molte volte le occasioni arrivano quando meno ce lo aspettiamo. Arrivo però molto carico e contento per questa avventura».

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