Continuano a susseguirsi le voci sulla cessione del Parma Calcio 1913. Subito all’indomani dell’ultima giornata di Serie A era emersa una nuova “esotica” soluzione, che aveva fatto presagire a un closing immediato. La pista riconducibile al qatariota Hisham Saleh Al Hamad Al Mana, però, improvvisamente si è raffreddata, come anche ha lasciato intendere il presidente di Nuovo Inizio, Marco Ferrari, nella conferenza di presentazione del neo ds Carli a inizio settimana.
Tuttavia, in giornata sono rimbalzate nuove indiscrezioni su altri soggetti interessati che, nelle ultime ore, hanno visionato i bilanci e le strutture di proprietà del Parma (centro sportivo di Collecchio) e che hanno incontrato i vertici di Nuovo Inizio, con cui c’è un dialogo aperto. Il nuovo orizzonte è a stelle e strisce: la delegazione americana, interessata all’acquisizione dei pacchetti societari, è riconducibile alla famiglia Krause, proveniente dallo stato americano dello Iowa e titolare dell’omonima holding (Krause Holdings) che da tempo investe nel food and beverage: nel 2015 Krause Holdings, che fa riferimento a Kile Krause, era stata protagonista dell’acquisto della cantina vinicola Enrico Serafino, precedentemente di proprietà di Campari Group, mentre nel 2016 aveva rilevato una delle più famose aziende del mondo del Barolo, la Vietti, per un affare da circa 50 milioni di euro.
L’advisor a cui si è affidato il Parma per la ricerca di un compratore (o socio di maggioranza) è niente meno che JP Morgan. Ma – come risaputo – le intenzioni di Nuovo Inizio sono quelle di mantenere una quota di minoranza come forma di garanzia nei confronti della città e della tifoseria gialloblù che, con ansia, attendono di conoscere come si concluderà l’ennesima capitolo relativo a una possibile vendita della società.