Quarta sconfitta di fila al Tardini. Napoli di un altro pianeta, ma Parma troppo remissivo per sperare in un mezzo miracolo. Purtroppo il 4-0 di questa sera certifica la crisi di gioco e risultati della squadra di D’Aversa, surclassata dal primo all’ultimo minuto da un avversario che non ha avuto pietà. Una sconfitta figlia dell’enorme differenza tecnica in campo, ma anche scelte tattiche sbagliate, errori individuali e una tenuta fisica nettamente inferiore rispetto all’avversario e più in generale al girone d’andata. D’Aversa dovrà farsene una ragione, ma il Parma dell’ultimo periodo è una squadra in piena involuzione, anche dal punto di vista fisico, che non ha la forza e il guizzo per interpretare nel migliori dei modi le ripartenze, cioè l’arma migliore e più pericolosa di questa squadra. Problemi che però si portano dietro un buon numero di alibi, ad iniziare dalla lunga lista di infortunati, per finire al Napoli secondo in classifica. Differenze abissali, accentuate da un atteggiamento tattico suicida, perché aspettare un avversario di questa caratura schiacciati nella propria metà campo e farlo giocare palla a terra e ai ritmi che vuole, è una scelta che non porta da nessuna parte. Serviva più coraggio, più forza e convinzione, oltre che più cattiveria, la stessa che è mancata anche nella sconfitta precedente a Cagliari.
Sarà una settimana intensa per D’Aversa, perché deve ritrovare il bandolo della matassa, per riportare questa squadra sulla retta via. Per fortuna il Bologna ha perso con la Juventus e il distacco dalla zona retrocessione resta invariato. Una fortuna che non durerà all’infinito.
Restano gli applausi del Tardini e della curva Nord; un incoraggiamento per il futuro, perché in fondo perdere contro Napoli, Inter e Roma è “normale”. Ma sabato si va ad Empoli, quella sì che è una partita da non sbagliare, altrimenti la crisi potrebbe trasformarsi in qualcos’altro.