Novanta minuti sontuosi e ventiquattro ore al secondo posto. Una magia di Calaiò, l’ennesima, lancia il Parma ancora più in alto, dove il profumo della serie A è più intenso e inebriante. Ottava vittoria nelle ultime dieci partite, sesto risultato utile di fila. Sono numeri da capogiro che rendono ancora più intrigante questo finale di stagione, con la consapevolezza che il Parma degli ultimi due mesi è un’altra squadra rispetto al balbettante inizio del girone di ritorno.
Una squadra autoritaria, disinvolta, sicura e affamata; che pratica un calcio piacevole, armonioso ed efficace, dove il gruppo è il motore di tutto. Un gruppo che si aiuta a vicenda, che partecipa collettivamente ad ogni azione; che non si esalta e non si deprime; che resiste alle difficoltà, infortuni compresi (da valutare le condizioni di Dezi e Munari).
Un Parma forte che insegue un’impresa titanica, con D’Aversa che ormai è il padrone indiscusso della situazione, capace di leggere e interpretare ogni variante e ogni avversario, anche quando si gioca ogni tre giorni, come venerdì scorso ed oggi.
E’ vero, l’Ascoli è sembrata poca cosa, ma a sei giornate dalla fine contano solo i tre punti. Se poi c’è anche la prestazione, come oggi, allora tutto diventa più semplice, malgrado il risultato andasse messo al sicuro prima, in virtù delle tante occasioni create e sprecate. Dettagli di una gara che oltre a Calaiò ha esaltato le grandi qualità tecniche e morali di Siligardi e Baraye (oggi irresistibili), due giocatori che per un motivo o un altro nel girone d’andata non sono riusciti a lasciare il segno. Oggi il Parma è una cooperativa dove tutti si sentono coinvolti e partecipi, per rendersene conto basta analizzare la fase difensiva alla quale partecipano tutti e 10 i giocatori in campo, occupando tutti gli spazi e impedendo all’avversario di fare gioco se non una miriade di inutili passaggi orizzontali. Mentalità da umili vincenti.