Uscire dal campo tra gli applausi dei propri tifosi è sempre una soddisfazione, anche quando perdi. Vuol dire che hai dato tutto quello che avevi in corpo e non puoi rimproverarti (quasi) nulla. Eppure, al triplice fischio finale, le recriminazioni e il rammarico per la sconfitta contro l’Inter (0-1), che ritrova il sorriso dopo un digiuno di un mese (5 partite), sono bocconi amari per il Parma. La strategia iniziale di D’Aversa questa volta non ha pagato: il pressing alto e asfissiante del primo tempo, ma anche l’autorità e l’intraprendenza offensiva, hanno richiesto un grande sforzo e, di conseguenza, un enorme consumo di energie. L’idea del tecnico gialloblù era quella di sorprendere i nerazzurri, cercare subito il gol del vantaggio, poi arroccarsi in difesa e creare le condizioni più congeniale alla squadra per ripartire in contropiede.
E se non fosse stato per la traversa colpita da un inesauribile Gervinho, forse il disegno tattico di D’Aversa si sarebbe avverato in tutta la sua completezza; anche perché l’ipotetico gol del vantaggio avrebbe potuto creare deflagrazioni pesanti in casa Inter, una squadra che veniva da una settimana di polemiche e tormenti. Purtroppo non è andata così: nel secondo tempo l’Inter, una squadra forte fisicamente, si è impadronita del campo, ha cominciato a macinare gioco e occasioni, arrivando al tiro con più disinvoltura e convinzione. Parallelamente il Parma non ha più avuto la forza di pressare alto, di aggredire il portatore di palla avversario e imporre il proprio gioco. Il centrocampo è andato fuori giri, incapace di fare da filtro alla difesa e concedendo diversi buchi alle incursioni dei vari Nainggolan, Perisic e L.Martinez, non a caso l’autore del gol partita. Un calo fisico che ha fatto saltare tutto, con i gialloblù che non sono stati più capaci di ripartire, verticalizzare e innescare la velocità di Gervinho. Neanche l’ingresso di Biabiany ha risolto il problema, anzi paradossalmente ha contribuito ad abbassare ulteriormente il baricentro. Insomma, un Parma in riserva, spesso in ritardo sulle secondo palle e con Inglese lasciato solo e sbranato nella morsa di due rocce come De Vrij e Skriniar.
E’ una sconfitta indolore, che sia chiaro, perché malgrado tutto il Parma è rimasto sempre in partita e nel primo tempo meritava di più. Il percorso stagionale al Tardini, però, comincia ad essere un problema serio: tre sconfitte consecutive, una sola vittoria nelle ultime 8 partite casalinghe e solo 4 giocatori in gol, Inglese e Gervinho (4 gol entrambi), Bruno Alves (2) e Barillà (1).