C’è un aspetto positivo, uno solo, nel pareggio insipido tra Parma e Frosinone ed è la classifica. Con il punticino odierno, infatti, il distacco sulla terz’ultima in classifica, l’Empoli, è salito a +8. Un buon margine, anche a livello psicologico.
Il resto di Parma-Frosinone (0-0) è un grigiore diffuso: un tiro nello specchio della porta di Siligardi (centrale e parato), un miracoloso intervento di Sepe in pieno recupero che ha tolto la palla dal set (colpo di testa di Vloet), l’espulsione di Stulac nella ripresa, il ritorno in campo di Inglese e Grassi (nella ripresa), il salvataggio di Bastoni nell’area piccola. 94 minuti dominati dall’incapacità di Parma e Frosinone di trovare soluzioni offensive utili a sbloccare una partita perennemente insipida.
E’ finita a reti bianche, ma senza mugugni, perché al triplice fischio finale entrambe le tifoserie hanno applaudito i propri giocatori. Applausi che, però, non cancellano i numeri e la realtà dei fatti: per il Parma un punto nelle ultime tre partite, quanto basta per allungare a +8 sull’Empoli terzultima; per il Frosinone, invece, è il terzo risultato utile consecutivo (seconda gara senza subire reti), anche se la classifica resta deficitaria e quella di ieri può considerarsi un’occasione persa per fare un bel balzo in avanti nella lotta per non retrocedere.
Troppo tatticismo in campo, D’Aversa e Longo hanno finito per annullarsi, complice anche la giornata storta di Gervinho (la seconda consecutiva) e Ciano, i due giocatori capaci di sbloccare la gara con una giocata.
Niente di niente, ha vinto la paura di perdere. Al Parma va bene così, considerando l’inferiorità numerica nel secondo tempo, ma i segnali preoccupanti continuano ad essere cattivi compagni di viaggio. L’attacco, ma anche il centrocampo (oggi privo di Barillà), restano i reparti con maggiori problemi.
(Nella foto la coreografia della curva Nord prima del fischio d’inizio di Parma-Frosinone – Foto Lorenzo Cattani)