Quello a cui abbiamo assistito ieri ha dell’incredibile, anche se nessuno ve lo dirà mai, perché l’isola felice fonda le sue basi sulla menzogna, un concetto da difendere ad ogni costo anche quando si assiste ad una pioggia di incoerenza.
Andiamo con ordine e partiamo dal campo: il Parma ha giocato la sua solita partita piena di difficoltà e contraddizioni tattiche, ha prodotto qualcosina in più rispetto al passato ma per raggiungere il sospirato pareggio, che in molti hanno celebrato come se fosse una vittoria (“E’ utile sotto l’aspetto psicologico”, mha…), si è dovuto aspettare quasi 90 minuti e affidarsi a Baraye che fino a quel momento era stato uno dei peggiori in campo. Un punticino in attesa di tutte le altre partite del girone, con Reggiana e Pordenone, le due capolista, che se dovessero vincere porterebbero a +7 il vantaggio sui crociati. Ma va tutto bene, tanto noi siamo il Barcellona e nel girone di ritorno possiamo recuperare qualunque gap.
Grazie a Morrone per la dedizione, l’impegno e la passione, ma obbiettivamente non poteva fare di più. Anche lui si sarà reso conto che questa squadra ha grossi problemi, dentro e fuori lo spogliatoio, in casa e fuori casa, contro avversarie piccole o grandi che siano. Ha un’età media imbarazzante e una reattività non consona alla categoria. Insomma, problemi strutturali, da imputare a chi in estate ha costruito una squadra con nomi altisonanti ma a fine carriera e ha messo Apolloni in grave difficoltà, forse l’unico a non avere responsabilità sul fallimento Parma.
Fin qui il campo e il calcio giocato, il resto è fantascienza e incoerenza. Ci avevano detto che prima doveva arrivare il Ds e poi l’allenatore (invece è successo il contrario); che il nuovo tecnico sarebbe stato un profondo conoscitore della categoria, così come il direttore sportivo; che i ritardi nella scelta di queste due figure sono dovuti alla mancanza di un piano alternativo, dimostrazione pura di un calcio biologico e genuino, secondo i parametri psico-calcistici della proprietà crociata.
Dopo aver incassato per un motivo o un altro due-tre no da nomi altisonanti (compresi Palmieri, Mandorlini e Delio Rossi) nel corso del casting tanto in voga in questo periodo (vedi Pioli sulla panchina dell’Inter), Ferrari e soci ci hanno venduto la solita minestrina, in perfetto stile “italian football”, modificando, ribaltando e travisando i concetti e le parole pronunciate pubblicamente, nel corso di una conferenza stampa, qualche giorno prima.
Certo, giovedì si torna in campo per il turno infrasettimanale e sarebbe stato “assurdo” che il Parma non avesse un allenatore differente da Morrone, il traghettatore. Assurda come la fanzine dei Boys che invece di salutare i “vecchi” idoli, questione di rispetto e galanteria, si è messa a stilare pagelle comportamentali, bastonando addirittura l’idolo Nevio Scala (sì, proprio lui, quello del coro “Portaci in Europa” cantato a squarciagola fino a poche settimane fa): “Ci ha fatto godere nei primi anni novanta – scrivono gli ultras crociati -, portandoci dova mai avremmo pensato di arrivare, ma poi come spesso accade, tutto finisce e non è facile ricominciare, specialmente dopo quello che accadde nel famigerato derby perso per salvare la Reggiana…per poi tornare con l’utopia del calcio biologico”. Viva la coerenza, ingrediente sempre più raro nelle curve italiane. Ma, d’altronde, questa è un’isola felice e certe cose non si devono dire, neanche a bassa voce, altrimenti ti mandano lo squadrone delle torture e ti tagliano la lingua!
Comunque, non si era mai vista una presentazione di un nuovo allenatore subito dopo un post partita. Non si poteva aspettare domenica, cioè oggi? Cosa sarebbe cambiato? E’ solo una questione di stile e rispetto, oltre che buone abitudini. Ma su questo fronte, evidentemente, regna l’inesperienza e l’improvvisazione di dirigenti-tifosi che in cuor loro agiscono solo per il bene del Parma, ci mancherebbe altro. Ora aspettiamo il nuovo Ds (Faggiano o Vagnati, quest’ultimo sotto contratto con la Spal e quindi una strada difficile da percorrere, ma evidentemente a questa società piacciono le cose impossibili) che magari ci verrà comunicato il giorno di Natale, pochi minuti dopo la Santa Messa.