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La cessione del Parma e l’incontro surreale a Piacenza con il “gemello” del presidente Doca

La cessione del Parma e l’incontro surreale a Piacenza con il “gemello” del presidente Doca

Doca Presidente, anzi no. E invece sì.
Diciamoci la verità, le prime 24 ore dall’annuncio della cessione del Parma sono passate in modo quantomai convulso. E non solo per noi giornalisti alle prese con il rompicapo da risolvere su identità e numeri della nuova proprietà, con annunci, smentite e proverbiali smentite delle smentite. Sono i tifosi, nel momento in cui scriviamo, a soffrire maggiormente questo (nostro malgrado) vuoto informativo che rende impossibile capire se con la nuova proprietà sarà vero amore. Come ci si può innamorare di uno sconosciuto?
E allora, dato che a noi piace vederci chiaro abbiamo chiesto un aiuto al di là del Po ai nostri colleghi di SportPiacenza.it che non si sono fatti pregare. Vuoi mettere un piacentino presidente del Parma? E quindi nella mattinata di ieri si sono recati, volendo risolvere l’arcano, nella sede di lavoro del nuovo presidente Pietro Doca. Un incontro faccia a faccia è certamente meglio di mille telefonate e comunicati. Il risultato è invece alquanto surreale e si è trasformato in quello che possiamo definire un pezzo di colore. Quanto segue potrete trovarlo sulle colonne della Cronaca di Piacenza di oggi 18 dicembre 2014. Un sincero grazie a Giacomo Spotti per la cortese collaborazione. In attesa della conferenza ufficiale di venerdì.

Nato a Piacenza? No, a Tirana. Residente in città? No, a Lodi. Piacentino in qualche modo? Diciamo di sì, visto che la sua attività si trova in via Campagna a una manciata di metri dall’incrocio con Piazzetta San Tommaso. Stiamo parlando di Pietro Doca, gioielliere di Piacenza (anche se un rapido giro di telefonate a gioiellieri storici della città non ha prodotto grandi risultati) nato in Albania (il cognome originario è Doka), residente a Lodi e da martedì sera presidente ufficiale del Parma Calcio, dopo che l’ex proprietario Tommaso Ghirardi ne ha definito la cessione. Ma a chi? Di sicuro non a Pietro Doca, che dal comunicato del club risulta essere il presidente e uomo di fiducia della cordata che ha rilevato la società crociata: si dice che i compratori siano russi, o ciprioti, o russi con società a Cipro, ma nelle ultime ore l’ipotesi più forte è che dietro all’acquisizione del Parma ci sia in realtà l’imprenditore albanese Rezart Taci.
Una serie di domande a cui varrebbe la pena di rispondere, nonostante venerdì sia in programma una conferenza stampa nella sede del Parma per presentare il pacchetto completo, e quindi ci siamo recati in via Campagna 18, nel negozio Doca Gioielli, di proprietà appunto di Pietro Doca, candidato nel 2013 in una lista civica di Lodi.
Riusciamo ad entrare dopo una mezzoretta di attesa, dietro al bancone a servire un paio di clienti c’è proprio Pietro Doca che, tuttavia, si nega ai nostri taccuini. O meglio, nega di essere Pietro Doca, ma dice di essere il «fratello gemello». Interessante, Doca ha un fratello? «Pietro è in giro per l’Italia» dice con uno leggero accento albanese, ma le fotografie apparse sui giornali ci dicono che è proprio lui Pietro Doca. Tant’è. Gli chiediamo del suo rapporto con la città, il presidente del Parma Calcio che lavora nel centro di Piacenza è una notizia. E qui riceviamo una conferma indiretta, nel senso che se fosse stato un caso di omonimia la persona davanti a noi avrebbe avuto l’interesse a smentire, e invece prosegue nel suo «sono il fratello gemello», non nega che il “fratello gemello” sia il presidente del Parma. Tutto qui, dopo poco riceviamo un cortese ma fermo “cartellino rosso”, usciamo convinti di aver parlato con il nuovo presidente del Parma e, infatti, in tarda serata arriva la conferma che abbiamo proprio parlato con lui e non con il «fratello gemello». Maledetto patto di riservatezza, volevamo solo parlare di un “piacentino” alla guida del Parma.

Giacomo Spotti

(da La Cronaca di Piacenza, 18 Dicembre 2014)

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