LEVICO TERME. Sono passate due settimane dall'inizio del ritiro crociato di Levico Terme e gli atleti attualmente in rosa hanno ormai preso confidenza con i metodi e le sessioni di lavoro del nuovo staff tecnico.
Tante, tantissime le novità che i giocatori hanno trovato, rispetto al passato, nell’impostazione del lavoro e nell’utilizzo di nuovi strumenti da parte di Marino & Co. I portieri, per esempio, hanno avuto l’onore di sperimentare lo sparapalloni, attrezzo utilizzato dal preparatore Senatore che, come ha detto Nicola Pavarini, il più anziano ed esperto portiere del quartetto crociato, lancia pallonate a 200 km/h. Strumento utile per aumentare i riflessi degli estremi difensori ma del quale, come ci dice sempre Pavarini con il sorriso sulle labbra, c’è da avere paura perché “ti arrivano certe sassate che ti piegano le mani”. Sempre in ambito tecnologico, i crociati possono usufruire di una nuova macchina che distende la colonna vertebrale, congegno prodotto in soli 5 esemplari e che viene usato in esclusiva dal Parma, tra i club professionisti. Per il resto tanta corsa e lavoro atletico, come è di norma nella prima fase della preparazione estiva, anche se c’è da sottolineare come, appena arrivato nella città termale del Trentino, il tecnico Marino, dopo un lungo discorso alla squadra, abbia subito provato sul campo il suo sistema di gioco preferito, ovvero il 4-3-3. Tutto procede nella tranquillità tra le montagne trentine, ed ogni tanto, come è giusto, si concede anche un po’ di riposo alla squadra, come capita spesso nei post allenamenti atletici a Borgo Valsugana, dopo dei quali l’intera rosa si rinfresca tra le acque di un ruscelletto che passa vicino al centro sportivo. O come è succede il lunedì, giorno finora dedicato al riposo. E cosa fanno i giocatori in queste ore di relax?
Alcuni, i più giovani, come Antonelli, Paloschi & soci, hanno approfittato del trampolino sul lago alto 5 metri per esibirsi in tuffi più o meno acrobatici, altri invece, come Francesco Lunardini, hanno continuato l’allenamento al mattino per poi unirsi al resto della comitiva per un pranzo ad alta quota, in un rifugio di montagna della zona. Tantissimi anche i tifosi che hanno seguito, per più o meno giorni, la squadra nel ritiro termale. Tra loro, la figura storica del Cavalier Mora, un simpatico pensionato che da 13 anni segue come un’ombra, a sue spese, la squadra ducale per tutto il ritiro, sorvegliando, con tanto di maglietta e cappellino ufficiale Parma Fc, la zona di confine tra il pubblico e gli spogliatoi al centro sportivo di Levico, tenendo anche sott’occhio, nel periodo di riposo della squadra, il magazzino dell’impianto.
C’è anche chi ha approfittato del ritiro tra i monti trentini per unire l’utile al dilettevole, come Andrea e la sua fidanzata, amanti della bicicletta che, quando non ci sono gli allenamenti della squadra, si impegnano in scalate mozzafiato: “Questa mattina abbiamo percorso la “Kaiser Jager Strasse”, una stradina che porta da Levico fin sul monte Rovere, lunga 6,5 km, un dislivello di 1000 metri con pendenza media del 12% ma con punte al 17%. Salire lì è stata dura ma lo spettacolo sopra è indimenticabile. Domani invece percorreremo vie più agili in direzione Folgaria e Lavarone. Per chi è appassionato di bicicletta, qui c’è da divertirsi”. C’è invece chi si gode l’ombra degli alberi sul lungolago: “Siamo venuti qui questo week end per vedere i nostri ragazzi al lavoro per farci un’idea della forza della nostra squadra – dicono Gabriele ed Alberto – ed intanto ne approfittiamo per riposare un po’. Il lago è carino anche se piccolo, questo pomeriggio abbiamo anche affittato un pedalò e percorso l’intero perimetro”. Come si conviene ad ogni ritiro, ci sono poi i folti gruppi di ragazzini che aspettano pazienti il passaggio del calciatore preferito per strappare un autografo o una foto con il proprio idolo. Il più gettonato, manco a dirlo, è Hernan Crespo, seguito a ruota da Alberto Paloschi, Valeri Bojinov ed Antonio Mirante, anche se alla fine, c’è da dire che la rosa al gran completo viene sottoposta, dopo l’allenamento in campo, ad un ulteriore “training di polso”.
Altro classico, visto i numerosi volti nuovi del Parma 2010-11, il perpetuo domandarsi, da parte dei tifosi, durante le sessioni di allenamento, chi sia il tal calciatore piuttosto dell’altro, trovando anche difficoltà a distinguere i volti simili, come nel caso di Diniz e Ze Eduardo, entrambi brasiliani, rasati, stessa stazza ed alti uguali. Unico segno di riconoscimento gli scarpini gialli che utilizza uno dei due. Sì, ma chi?