A 40 anni Nicola Pavarini dice basta con il calcio giocato. E la speranza è quella di chiudere domenica, in casa contro il Livorno (una delle dieci squadre in cui ha militato), con una grande festa, quella dell'Europa League.
“Non è facile, ma è il momento di dire basta con il calcio giocato – ha spiegato l’estremo difensore -. Domenica speriamo sia una festa. Con calma, poi, ci troveremo con la società e studieremo come lavorare ancora assieme. La mia volontà e di rimanere nel calcio”. Pavarini, dunque, appende i guanti al chiodo, dopo 7 anni e 68 presenze in maglia crociata. Una storia di rispetto e dedizione alla causa, senza mai alzare la voce, anche quando ha perso il posto da titolare. Una persona affidabile: “Sono stati sette anni molto intensi e gratificanti, ho dato tanto ma ho ricevuto tanto dalla società e dalla piazza. Il mio è stato sempre un rapporto particolare con tutta la gente di Parma, ho un legame forte con questa società e non ho mai pensato di andare altrove anche se le possibilità ci sono state, non indifferenti dal punto di vista economico. Ho sempre avvertito l’affetto della gente nei miei confronti”.
Il ricordo più bello è la promozione dalla Serie b alla Serie A: “Indimenticabile l’arrivo in Piazza Garibaldi dopo Cittadella per il ritorno in A. Spero domenica di vivere un’altra pagina storica. L’aspetto tecnico spetta al mister, poter giocare qualche minuto mi farebbe piacere ma dipenderà dallo svolgimento della partita. Il mio è stato quest’anno un apporto dato soprattutto con i consigli, con la gestione di qualche situazione in un momento particolare della stagione. L’esperienza va condivisa, non va tenuta per sé. Ho provato a tracciare insieme agli altri compagni più esperti le linee guida, cercando di far capire ai nuovi la realtà in cui sono arrivati con i suoi pregi e i suoi difetti”.