Chi l’ha dura la vince. Non mollare mai. Detti popolari che nel ciclismo sono un mantra per corridori affermati e che assumono un significato più profondo quando a dirlo sono giovani ciclisti nel pieno della loro curva di apprendimento, soprattutto quando disputi una categoria spartiacque come quella degli juniores.
Dopo un 2014 anonimo al primo anno nella categoria e senza alcun risultato degno di particolare rilievo, lo scorso novembre Vania Canvelli – che compirà diciotto anni il 21 ottobre – è stata ad un passo dall’abbandonare il ciclismo, complice anche lo scioglimento della sua squadra (il Cadeo-Carpaneto avrebbe proseguito solo con le allieve), sapendo di lasciare anche un senso di incompiuto alla sua avventura in bici iniziata con i giovanissimi.
La bionda ragazza di Ardola di Zibello tuttavia ha saputo resistere e reagire al momento poco felice e, dodici mesi dopo, al termine del secondo anno da juniores corso nel Fenice Ladies Team, diventato poi Rappresentativa del Piemonte, si trova a contare tanti piazzamenti nella top ten (l’ultimo, un sesto posto, ottenuto domenica 11 in cima al Ghisallo, dopo aver corso al sabato il Giro dell’Emilia con le Donne Elite) e addirittura due bronzi ai Campionati Italiani Assoluti su pista (dal 2 al 7 ottobre a Montichiari), rispettivamente nell’inseguimento a squadre e nell’omnium, quest’ultimo vinto da Elena Bissolati davanti a Martina Alzini, che ha chiuso con un punto di vantaggio sulla Canvelli (210 a 209). Insomma qualcosa di impensabile e insperato.
“Non mi aspettavo di andare cosi forte in pista – spiega Vania, gemella di Simone, che corre nel Cycling Nial Noceto – e addirittura dopo le gare a squadre non volevo correre l’omnium (che si disputa su sei prove con classifica finale, ndr) perché non ero molto fiduciosa e la concorrenza era alta, con ragazze più esperte di me. Invece sono partita forte vincendo subito lo scratch, perdendo terreno nelle prove di velocità e recuperando nella corsa a punti (20 km, 80 giri, 8 sprint, ndr) dove nel finale sono riuscita a guadagnare il giro due volte. E così mi ritrovo con due medaglie di bronzo ed è scontato dire che sia davvero contentissima. Anzi, se ripenso allo scorso autunno a quando avevo proprio smesso di uscire in bici, non mi sembra vero di aver fatto questo cambiamento, questo salto di qualità che comunque devo completare. La voglia di pedalare era troppo forte e non potevo smettere così, dovevo e volevo continuare, dimostrare qualcosa e per fortuna sono riuscita ad accasarmi in una squadra nella quale ho trovato un allenatore (Paolo Ratti, ndr) che mi ha completamente sbloccato mentalmente, facendomi credere di più nei miei mezzi, e dandomi tabelle di allenamento, che mai avevo seguito prima, per ottimizzare le mie caratteristiche. E’ stata dura allenarsi da sola ma ne è valsa la pena ed ora so cosa devo fare per andare bene”.
Quella curva di apprendimento della Canvelli è passata anche da una formazione che a metà stagione è saltata (proseguendo appunto come rappresentativa del comitato piemontese), dalla coesione di un gruppo formato anche da compagne di talento come Nadia Quagliotto e Rachele Barbieri (rispettivamente prima e seconda agli Europei su strada in Estonia), dal decimo posto al Campionato Italiano sul Colle di Superga (ad 1’50” dalla tricolore ed azzurra Sofia Beggin), dall’esperienza ad agosto in Belgio – considerato da tutti come il luogo dell’università del ciclismo – dove è risultata l’unica juniores in una gara sul pavè insieme alle Elite ad arrivare al traguardo ed infine dalla bella prova al Giro dell’Emilia dove ha chiuso 33a (5a della sua categoria) a solo 1’53” dalla Longo Borghini e ad appena 41” da Sofia Bertizzolo, prima delle juniores.
“All’Emilia – racconta divertita Vania, che ha iniziato l’ultimo anno all’Itis di San Secondo dove studia un indirizzo aziendale – ho imboccato San Luca (la ripidissima salita che porta all’arrivo, ndr) accanto a Valentina Scandolara e se non la mollo apposta ci rimetto un polmone. Lei ha fatto poi decima assoluta ma io volevo continuare a vivere! Battute a parte, sono andata meglio del previsto anche se ho fatto fatica ma so che è tutta esperienza che mi tornerà utile. L’anno prossimo, siccome avrò la maturità, ho deciso di fare il terzo anno da juniores, seguendo Paolo (il tecnico Ratti, ndr) nella nuova squadra che allestirà. Farò un’altra stagione in giro con zaino della scuola, sacca dei vestiti e borsone per la bici: ormai ci sono abituata, però senza l’aiuto imprescindibile di mia madre Virna non potrei fare nulla ed è a lei che devo semplicemente il grazie più grande e più bello che c’è”.
Ciclismo
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