Sulla carta appariva come una tappa transitoria, nonostante l'Aubisque posto 40 km dall'arrivo ed in parte le aspettative vengono rispettate, partendo tuttavia da Pau a testa bassa e macinando poco più di 50 km nella prima ora di gara, negando la possibilità Â di andare in avanscoperta a qualsiasi paio di gambe e pedali.
L’iride che risalta nel cielo sopra le strade della benedetta Lourdes non è un arcobaleno anonimo, ma quello che consacra una volta di più la maglia di campione del mondo di Thor Hushovd, divino dominatore e vincitore solitario della seconda tappa pirenaica.
Dopo l’oro olimpico di ieri, oggi trionfa un oro mondiale che si lascia alle spalle gli ex compagni di avventura (2° Moncoutie a 10”, 3° Roy a 26”, gli altri sparpagliati a 5’ e oltre), con gli uomini di classifica, maglia gialla compresa, a fare per una volta “gruppetto” fra loro e chiudendo a 7’37”, anticipati di una cinquantina di secondi dal solito splendido Gilbert (10° sul traguardo, ora 9° nella generale) e dall’olandese Mollema.
Sulla carta appariva come una tappa transitoria, nonostante l’Aubisque posto 40 km dall’arrivo ed in parte le aspettative vengono rispettate, partendo tuttavia da Pau a testa bassa e macinando poco più di 50 km nella prima ora di gara, negando la possibilità di andare in avanscoperta a qualsiasi paio di gambe e pedali.
Nel primo momento di respiro, evade la fuga che forse non ti aspetti (9 uomini in totale), allestita da diversi velocisti di rango (Boasson Hagen, Petacchi, lo stesso Hushovd) e qualche bell’attaccante incline a fatica e salita (Tjallingii, Pineau, Gusev e Bak) e che quindi può arrivare con buona pace del gruppo, guadagnando addirittura nell’ascesa verso l’Aubisque, che a sua volta sgrana i fuggitivi.
Il finale è storia nota, dove un grande Hushovd si conferma uno degli assoluti protagonisti di questo Tour de France, che ancora deve infiammarsi.
14a tappa, 16 luglio 2011, Saint-Gaudens – Plateau de Beille 168,5 km
Il trittico pirenaico si conclude con il tappone del secondo arrivo in quota, previsto stavolta a Plateau de Beille, e che chiamerà i corridori ad una cavalcata di 5 gpm oltre all’ascesa finale, dove nel ’98 Pantani mise una seria ipoteca sul Tour che avrebbe poi conquistato e che potrebbe essere di buon auspicio per i nostri Basso e Cunego.
Si partirà con il Col du Portet d’Aspet (1069 metri, 4,3 km al 9,7%, seconda categoria), dove la carovana commemorerà la figura di Casartelli, morto qui al Tour nel ’95, passando davanti alla sua stele, poi si passeranno il Col de la Core (1395 metri, 14,1 km al 5,7%, prima categoria), il Col de Latrape (1110 metri, 5,6 km al 7,2%), il Col d’Agnes (1570 metri, 10 km all’8,2%, prima categoria), il Port de Lers (1517 metri, 3,8 km al 5,5%, terza categoria) prima di arrivare per la 5a volta nella storia della Grande Boucle a Plateau de Beille (1780 metri, 15,8 km al 7,9%, hors categorie) che ha sempre consacrato in maglia gialla a Parigi chi vinceva su questo traguardo (’98 Pantani, ’02 e ’04 Armstrong e ’07 Contador ).
Sms di Malori alla fine della tredicesima tappa:
”Oggi tappa transitoria? Macchè!! 70 km pancia a terra, prima ora sopra i 50 di media, poi 20 km regolari, poi ancora l’Aubisque per una tappa corta ma tirata da morire!! Oggi però stavo meglio, davvero bene e speriamo sia così anche domani visto ciò che ci aspetta!!! A domani, ciao a tutti!!”