Le leggi del Cancellara-bis e del Contador-ter emesse dalla cronometro di Pauillac hanno chiuso virtualmente il 97à‚° Tour de France prima della passerella finale di domani sui Campi Elisi.
Lo svizzero campione del mondo della specialità, dopo la vittoria nel prologo di Rotterdam, ha sbaragliato il campo anche in questa penultima tappa volando i 52 km ad oltre 51 km/h di media ed infliggendo distacchi abissali, da pallottoliere, a tutti (solo il tedesco Tony Martin dell’HTC-Columbia ha provato contrastarlo chiudendo 2° a 17”), mentre la maglia gialla si è dovuta difendere con non pochi affanni e preoccupazioni da un Andy Schleck partito fortissimo per mettere ulteriori pressioni allo spagnolo e che dopo circa 30 km aveva ridotto lo svantaggio in classifica generale a soli 2 miseri secondi, preparando il terreno per un clamoroso ribaltone.
Che il Contador visto quest’anno non fosse quello imbattibile in salita e a crono degli altri anni vincenti, lo si era capito già al Delfinato, quando in preparazione al Tour fece molta fatica a vincere sull’Alpe d’Huez, ma soprattutto un mese dopo quando sui primi arrivi in salita della Grande Boucle accusò gli scatti di Schleck senza rispondere in primissima battuta e senza piazzare poi quelle rasoiate che gli avevano consentito di mettere al sicuro i Tour, Giro e Vuelta delle stagioni passate.
Un’altra spia che indicava un livello alto di nervosismo dello capitano dell’Astana si era segnalata anche sui Pirenei (con tutto quello che è successo durante e dopo il salto di catena del lussemburghese della Saxo Bank) con la conferma definitiva nella crono di oggi, dove Contador non è mai riuscito a trovare la giusta frequenza di pedalata, il giusto assetto sulla bici (ha continuato tutto il tempo ad aggiustare la propria posizione sulla sella, probabilmente regolata male, con movimenti repentini avanti e indietro) e ad un certo punto rischiando di andare nel pallone.
I passaggi ai primi 2 intermedi avevano avanzato più di un’ipotesi che Andy potesse approfittare di questa situazione più psicologica che fisica, sarebbe bastata una foratura e tutto sarebbe tornato in gioco, ma alla fine il miglior giovane del Tour (è terza volta che conquista la maglia bianca) non è più riuscito a tenere il ritmo impresso fino oltre metà gara, spegnendosi proprio negli ultimi chilometri ed incassando così 31” da Contador.
Oggi in ogni caso i due ragazzi dovevano sfidarsi fra loro, senza ambizioni di vittorie parziali, ed infatti le loro prove (condizionate anche dal forte vento alzatosi) sono state ben al di sotto dei tempi fatti registrare dalla “locomotiva di Berna”, soprattutto per la maglia gialla che a cronometro è sempre andato fortissimo (campione nazionale 2009 e primo, davanti proprio a Cancellara, nella crono finale dello scorso Tour) e che invece ha preso ben 5’43” dal re di Fiandre e Roubaix ’10 mentre Schleck, che nelle gare contro il tempo ha sempre avuto il suo tallone d’Achille, ha chiuso a 6’14” dal suo compagno di squadra.
L’altra sfida nella sfida riguardava il terzo posto della generale con Sanchez che partiva con 21” da amministrare su Menchov, un margine troppo esiguo da difendere dall’assalto del russo più cronoman, che, come da facile previsione, ha scalzato il campione olimpico dal gradino più basso del podio infliggendogli 2’ esatti, chiudendo all’11° posto a 3’51” da Cancellara e portandosi a 2’01” da Contador nella classifica finale.
Il nostro Adriano Malori, partito per secondo, ha concluso la sua prova a metà classifica con 7’14” di ritardo dal suo collega, dopo essere andato a tutta per buona parte del percorso ed essere poi calato visibilmente nella seconda parte di gara, anche a causa di una condizione tornata discreta troppo tardi dopo le tremende cadute di inizio Tour che lo hanno poi condizionato nel suo prosieguo.
Per lui comunque, visto come si era messa la situazione ad un certo punto, un grande risultato finire una gara impegnativa come la Grande Boucle al primo anno da prof con la consapevolezza di avere i mezzi atletici e mentali per affrontare un grande giro a tappe.
Alberto Contador domani conquisterà il suo terzo Tour de France (2007 e 2009 le altre campagne vittoriose oltre a Giro e Vuelta del 2008) con 39” di vantaggio su Schleck, che statisticamente sarà il quarto distacco minimo di tutti i tempi nella gara francese dopo i famosi 8” dell’89 tra Lemond e Fignon, i 23” tra lui stesso ed Evans nel suo primo Tour e i 38” del ’68 tra l’olandese Jan Janssen ed il belga Herman Van Springel.
Per i prossimi Tour de France gli avversari di Contador, da Andy Schleck in giù, dovranno ricordarsi questa edizione e convincersi che lo spagnolo, che comunque ora come ora rimane il più forte per i grandi giri a tappe, è assolutamente battibile ed un salto di catena (la gara è gara) o uno scatto deciso o un attacco qualsiasi, anche psicologico, lo può subire anche lui.
I tempi dei Tour già decisi in partenza sono lontani, probabilmente non torneranno più (a proposito domani ultima gara della carriera del 7 volte re di Francia Lance Armstrong) e quello appena vissuto, sebbene poco spettacolare, ha riavvicinato l’interesse del pubblico ad un ciclismo più umano, quindi più bello da vedere.
Sms di Malori:
”Oggi purtroppo le gambe erano quelle che erano! L’ho fatta a tutta fino a metà poi ho visto come andavo e ho mollato definitivamente…..alla fine me l’aspettavo che non avrei avuto grandi gambe…..però ve l’avevo detto che Cancellara vinceva facile con Martin l’unico ad impensierirlo….comunque visto come si era messo il Tour dopo poche tappe l’importante era arrivare a Parigi ed ora posso dire di avercela fatta!! Parigi l’ho già vista ma domani certamente avrà un sapore diverso!! A domani, ciao gente!!”
Presentazione 20a tappa Longjumeau – Parigi 102,5 km – 25 luglio 2010
Passerella finale verso la capitale con sfilata generale sul circuito dei Campi Elisi. Questo ormai è un must nella storia del Tour de France che si chiuderà con la Longjumeau – Parigi di 102,5 km, cioè la tappa in linea più corta e non ridotta mai corsa dal 1989.
La 20a tappa in sé non offre spunti particolari di interesse, tanto che per circa metà si passeggerà iniziando a fare sul serio solo quando si vedranno Tour Eiffel ed Arco di Trionfo.
La battaglia finale sarà legata alla maglia verde, unica classifica ancora ampiamente aperta.
Ora comanda Petacchi su Hushovd e Cavendish e se lo spezzino riuscirà a conservare la leadership sarà il secondo italiano nella storia del Tour a conquistare la maglia verde dopo Franco “cuore matto” Bitossi nel ’68.