Il “dà©jà vu†che offriva la cronometro individuale di Crevalcore e il suo protocollo cerimoniale per il vincitore non era una semplice sensazione di aver già visto o vissuto quel momento, ma una ineluttabile realtà per una straordinaria conferma a distanza di 2 anni: Adriano Malori eguaglia e migliora se stesso …
… dominando la 4a tappa della “Coppi&Bartali” e volando sui 14,3 km del percorso in 16’14” ai 52,851 di media, laddove nel 2011, sullo stesso tracciato (ma impiegandoci 23” in più), aveva colto la sua prima gioia da professionista e dove l’anno scorso aveva dovuto mal digerire un boccone amaro quando il ceco Jan Barta (con il tempo di 16’49”) lo batté di soli 4”.
Per il traversetolese due primi posti ed un secondo in tre anni sono un bottino niente male, ma i numeri giusti in casa Lampre-Merida non si esauriscono qui e si fa festa per due triplette in un colpo solo: il successo di Malori vale contemporaneamente la sua terza affermazione tra i big (Tricolore 2011 a crono da aggiungere alle vittorie di Crevalcore) ed anche il terzo sigillo consecutivo messo a segno dagli atleti blu-fucsia dopo quello di Ulissi (il 21 marzo a Sogliano sul Rubicone) e di Cunego (il giorno dopo a Piane di Mocogno).
Anche il livello dei battuti di giornata rende l’idea della prestazione di Adriano, che già 11 giorni prima nella crono di San Benedetto del Tronto alla Tirreno-Adriatico si era inserito tra Tony Martin e Fabian Cancellara: secondo a 14” si è piazzato Anton Vorobyev (Katusha), iridato U23 a crono l’anno scorso, partito un’ora e mezzo prima di Malori e che con la sua formazione aveva vinto la cronosquadre della prima tappa mentre terzo a 16” è arrivato Moreno Moser (Cannondale), talento e speranza del nostro ciclismo e già a segno nella Strade Bianche. Chiude settimo a 41” Jan Barta, vendicato dal 25enne della Lampre-Merida dopo la beffa subita dodici mesi fa.
La sensazione del “deja vu” accompagnerà Adriano Malori anche durante la 5a ed ultima tappa, la Monticelli Terme-Fiorano Modenese, che transiterà proprio davanti a casa sua a Traversetolo: il 27 maggio del ’99 passa da lì il Giro d’Italia (con la Sassuolo-Rapallo) e lui, allora ciclista undicenne che quel giorno saltò appositamente la scuola, ammira il passaggio fugace del gruppo, sperando un giorno di poterne far parte. Ora, a distanza di 14 anni, il cerchio si è davvero chiuso.
Il Comunicato della Lampre
Ulissi giovedì, Cunego venerdì e Malori al sabato: è uno splendido tris di vittorie quello servito dal Team LAMPRE-MERIDA nella Coppi e Bartali. Adriano Malori, favorito della vigilia per la 4^tappa, una cronometro di 14,3 km con partenza e arrivo a Crevalcore, non lascia scampo alla concorrenza, completando il percorso in 16’14”, a una media di 52,851 km/h: lasciati a 14″ e a 16″ i primi avversari, rispettivamente Vorobyev e Moser.
E’ giunta così al suo primo successo la bici TT Warp di Merida, dopo il 5° posto e il 2° ottenuti sempre da Malori al Tour de San Luis e alla Tirreno-Adriatico.
La giornata a tinte blu-fucsia-verdi è impreziosita dai risultati di Ulissi e Cunego, coppia che si ritrova meritatamente dominatrice dellla classifica generale.
Il giovane livornese ha consolidato la leadership grazie a una prestazione superlativa (tempo di 16’53”, + 39″ da Malori), Cunego è riuscito a scalzare Chavez dalla secona posizione, registrando il convincente tempo di 17’21”.
Nella classifica generale, Cunego segue ora Ulissi di 1’35”, con un vantaggio di 13″ su Rubiano Chavez.
“Non è mai facile vincere partendo coi favori del pronostico, ma oggi sono riuscito a essere molto concentrato e, con la voglia di assaporare il successo che mi era rimasta dopo il secondo posto della Tirreno-Adriatico, la mia deteminazione era alle stelle – ha spiegato Malori (foto Bettini) – Nelle prime tappe, lavorando per i miei compagni di squadra, ho avvertito buone sensazioni, quindi sapevo di stare bene. L’unica incognita era rappresentata da una fastidiosa sinusite, ricordo della neve e del freddo della Milano-Sanremo: le sedute di trattamento omoenergetico con macchinari Tecarter, effettuate dalfisioterapista di squadra Fabio Della Torre, sono state provvidenziali per riuscire a respirare al meglio. Quando ho visto l’ottimo tempo di Vorobyev, campione del mondo Under 23 nella specialità, ho raccolto ancora di più le forze, per partire subito ad alto ritmo: in crono così corte, bisogna partire forte e finire forte. Sono molto contento di esserci riuscito, anche perché questa vittoria pone fine a una serie di successi sfiorati, alcuni per pochi secondi”.