Fuoriclasse di periferia, giocatori di levatura molto più importante che, per scelte di vita o per casi particolari, decidono, o si vedono costretti, a scendere di categoria. A tornare nel giardino di casa, in serie D, in Promozione o, come in questo caso, in Eccellenza. Il calcio dei dilettanti è così definito per abitudine, ma osservando il tasso tecnico e la disciplina di certi elementi questa cacofonica etichetta pare assolutamente fuori luogo. Calcio Appassionati sarebbe più appropriato, specialmente se parliamo di giocatori del calibro di Niccolò Galli, centrocampista centrale dalla classe cristallina che ha giocato per undici anni nei professionisti, vestendo la maglia di Renate, Rimini, Padova, Verona e Carrarese. Oggi, ad appena 28 anni, ha deciso di rifiutare le tante offerte dalla Lega Pro per “tornare a casa”, nella sua Parma che tanto ama, approdando così al Colorno. L’abbiamo incontrato per conoscere meglio l’uomo e il calciatore.
Salve Niccolò, dopo 11 anni nei professionisti forse era giunta l’ora di tornare a casa.
“In questi anni mi sono divertito moltissimo. Ho girato molte piazze, ho conosciuto tante persone vivendo a pieno il calcio e la vita da calciatore professionista. Non è stato sempre facile, non sono mancate le difficoltà, gli ambienti difficili e gli infortuni, ma ho davvero pochi rimpianti”
Perché ha deciso di lasciare il mondo dei professionisti per tornare a Parma?
“Non ho più voglia di fare questa vita, di girare per squadre di serie C fino a fine carriera, preferisco vivere nella mia bellissima Parma. Voglio costruire una famiglia e cambiare stile di vita. Arriva una stagione, nella vita di un calciatore di Lega Pro, dove senti di dover fare delle scelte. In queste decisioni non contano i soldi, la gloria personale ma solamente la qualità della vita. Oggi lavoro a Parma, gioco nel Colorno e mi diverto. Alla sera torno a casa, non ci sono lunghe trasferte o ritiri. Mi sento molto meglio”
Non deve essere facile fare il calciatore in Lega Pro, giocare anche in piazze di secondo livello, farsi largo tra mille insidie di ogni tipo…
“Sia chiaro: sono stati 11 anni intensi, vivere giocando a calcio è meravigliosa ma non posso fare questa vita fino a 35 anni. Quando sei giovane è molto bello cambiare città e conoscere il mondo, poi viene l’anno in cui senti il bisogno di fermarti. Ora sono molto felice, rifarei questa scelta altre mille volte”
Colorno è una squadra d’Eccellenza, ma il centro sportivo a disposizione degli atleti è da serie A.
“Ho visto centri più attrezzati solo a Verona e durante il mio periodo col Parma. La società crede fortemente nel progetto legato al centro federale e sta costruendo una cittadella dello sport che ha pochi eguali”
Come giudica il campionato d’Eccellenza?
“Segno con regolarità, però è molto difficile. Ci sono tanti giocatori di categoria superiore. La settimana scorsa abbiamo vinto con la Folgore Rubiera, una partita difficilissima dove mi sono divertito molto. Dispiace per la sconfitta interna col Bibbiano e il pareggio sfumato con la Vigor: ma la squadra c’è e possiamo salvarci”