Con il termine dei campionati e dei relativi spareggi post season (che quest’anno, causa maltempo, sono andati più lunghi del solito) possiamo davvero tradurre in voti il cammino delle parmensi di Eccellenza e Promozione nell’annata sportiva 2018/2019. Un’annata che ha consacrato il progetto Colorno e che ha premiato le ambizioni del Borgo San Donnino che ha sbaragliato la concorrenza, trionfando in un avvincente torneo di Promozione. Purtroppo, come ormai è tradizione, il calcio parmense ha dovuto piangere le retrocessioni dall’Eccellenza di due società importanti quali Salsomaggiore e Pallavicino, che da settembre si presenteranno ai nastri di partenza in una Promozione sempre più competitiva ma anche più “nostrana”: senza più il Marzolara (retrocesso ai playout), ma con la new entry del Sorbolo e il ritorno del Terme Monticelli, entrambe salite dal girone B di Prima, saranno almeno 10 le compagini di Parma ai nastri di partenza. Già, almeno: potrebbe esserci spazio pure per il San Secondo, in odore di ripescaggio. Di sicuro rivedremo la Fidentina, che ha fallito il sogno di tornare in Eccellenza, completando così un biennio da incubo e difficilmente ripetibile.
Le pagelle sono a cura di Lorenzo Fava.
ECCELLENZA
Colorno: 7,5
Spettacolo, divertimento e calcio offensivo erano diventati concetti ormai assodati nei dettami di mister Bernardi. Il giovane tecnico dei gialloverdi in questa stagione, in cui il club tornava protagonista in Eccellenza, ha dimostrato che il suo progetto di calcio poteva (e potrà) essere competitivo anche per questa prestigiosa categoria. I ducali, senza cambiare troppe pedine dello scacchiere di partenza e aggiungendo alcuni mirati innesti di qualità (Mazzera, Alessandrini e Lari i colpi estivi), si presentavano ai nastri di partenza con l’obiettivo di raggiungere al piùpresto la meta salvezza e di provare a togliersi qualche sfizio nella seconda parte di torneo.
Le aspettative della società, rinforzata dall’arrivo del manager Vicini, non sono state disattese, tanto che Caraffini e compagni hanno completato il girone d’andata con 25 punti (frutto di 7 vittorie, 4 sconfitte e 6 pareggi); un bottino più che sufficiente per ritenersi tranquilli. Nel mercato di dicembre, inoltre, la società ha alzato l’asticella, tesserando gli attaccanti Mbengue dal Salso e Terragin dal Fabbrico che hanno notevolmente incrementato la competitività di un reparto che disponeva già delle bocche da fuoco Delporto, Galli, Pin e del giovane talento in fiore Carlucci. Dal girone di ritorno in avanti il Colorno ha sempre convinto per risultati e prestazioni, tanto da avanzare seriamente la propria candidatura al secondo posto: i gialloverdi sono stati in serie utile anche per 10 turni, dalla diciottesima alla ventisettesima, prima che gli stop consecutivi con Bagnolese e Castelvetro pregiudicassero il sogno di aggancio al playoff. Il buon finale di stagione, grazie ai successi negli scontri con Folgore Rubiera (partita pirotecnica finita 3-4) e Rolo, avrebbe potuto ridare chance solo in caso di colpaccio contro l’Agazzanese, che invece si è tenuta stretta la seconda piazza rimanendo imbattuta nel confronto diretto con gli uomini di mister Bernardi e vincendo le ultime due partite.
Alla fine, il Colorno si è accontentato del quarto posto a quota 57 (ex aequo con il Rolo), risultando essere la quinta miglior difesa (41) e il terzo miglior attacco (54) del girone A. Menzione d’onore per l’attaccante Delporto, autore di 15 gol scanditi anche da due triplette (contro Cittadella e Sanmichelese) e per l’esterno Lungu, che ha chiuso la sua lunga esperienza, durata oltre 5 anni, con il sodalizio del presidente Saccani con una bella passerella d’addio nell’ultimo match casalingo, giocato nella bella cornice del rinnovato impianto “Comunale”. Luna park.
Piccardo Traversetolo: 5,5
Stagione dai due volti per il club giallonero che, sebbene neopromosso, nutriva velleità di alta classifica. Il risultato finale – settima posizione, ex aequo con la Sanmichelese, a 48 punti – non può essere considerato un traguardo convincente, in primis per la dirigenza che, al netto degli investimenti sul mercato (Savi, Lusoli, Fornaciari, Rieti e, infine, Bovi, solo per citarne alcuni) e dell’ottima prima parte di stagione, si sarebbe auspicata un rendimento migliore. Ma i traversetolesi di mister Dall’Asta hanno cancellato la possibilità di candidarsi al ruolo di anti-Correggese, disputando un girone di ritorno da minimo sindacale.
Dopo una partenza stentata (3 punti in 4 gare), complice anche un calendario ostile, Santurro e soci erano stati bravi a indirizzare il percorso stagionale, tagliando addirittura il prestigioso traguardo delle 6 vittorie consecutive, dal primo novembre a inizio dicembre. Di fatto, l’annata della Piccardo si è cristallizzata al momento della conclusione del girone d’andata: 32 punti totalizzati (solo 10 in meno dell’inarrivabile capolista) e terzo gradino del podio. Poi, il lungo smarrimento nel labirinto del girone di ritorno, in cui i gialloneri hanno trovato appena tre successi (battendo Fiorano, Cittadella e, all’ultimo turno, Castelvetro) e dimezzato, di fatto, il rendimento. Vincere in una categoria nuova e difficile come l’Eccellenza, al primo anno, sarebbe stato un progetto fin troppo ambizioso; ma visitare i quartieri più nobili e stabilirsi nell’élite delle prime cinque era un traguardo alla portata dell’undici di mister Dall’Asta, oltre che l’obiettivo di minima.
Nessun dramma, però; la Piccardo ci riproverà il prossimo anno, con un nuovo allenatore (Marcello Melli) e con nuovi giocatori di grande spessore. Ma anche con la consapevolezza di voler riscattare una stagione poco entusiasmante. Turista.
Felino: 6,5
Una stagione tutta da raccontare, fin dall’allestimento della squadra affidata ad un tecnico esordiente come Brandolini. Sulla matricola rossoblù, ripescata in Eccellenza a vent’anni dalla prima e ultima volta (erano i tempi del Felino Real Sala), si erano scritti fiumi di parole dopo il sorprendente mercato di portata “nazionale” che aveva coinvolto dieci giocatori provenienti da ogni regione del Sud Italia. Le nubi di perplessità addensatesi attorno al Felino, tuttavia, erano state spazzate via dai raggianti risultati di un gruppo imbattuto per le prime cinque giornate e outsider dei primi due mesi di competizione (20 punti in 11 gare e quarto posto in classifica). Grandi protagonisti sono stati gli “sconosciuti” giocatori arrivati dal Mezzogiorno: tra tutti, il 24enne lucano Gianmarco Lancellotti, seconda punta di grande talento e dall’innato senso del gol (11 in totale). Parole d’elogio anche per i difensori centrali Avagliano e Pappalardo (poi infortunatosi al ginocchio) che, assieme al portiere Terenzio, avevano contribuito a fare della retroguardia rossoblù un vero e proprio bunker: nei prime 15 turni il Felino aveva la seconda difesa meno battuta con 14 gol subiti, solo uno in più rispetto alla Correggese.
Anche in apertura del ritorno le cose erano girate per il verso giusto: i 7 punti nelle prime tre uscite del 2019, virtualmente, avevano consegnato la salvezza. Ma i rapporti tra la società e il tecnico, nel frattempo, si erano incrinati e l’improvviso scivolone (0-5 sul sintetico di Langhirano) con la Sanmichelese, in una fredda domenica sera di fine gennaio, era bastato per esonerare Brandolini, nonostante un bottino di 31 punti. Il capitolo di mister Giordani, promosso dalla Juniores Regionale al netto degli ottimi risultati, si era aperto il 10 febbraio con il pareggio nel derby contro la Piccardo e si è chiuso con la vittoria nella partita dell’addio con la Solierese: nel mezzo un percorso di risultati altalenanti, ma con un gioco più votato all’attacco. Con lo score di 16 punti in 12 giornate, Giordani è arrivato a chiudere nono, a ridosso della Piccardo, regalandosi anche la bella soddisfazione di battere a domicilio i campioni della Correggese. Libro Cuore.
Salsomaggiore: 5
Dopo otto salvezze consecutive, il nono tentativo del Salso è andato a vuoto e l’inevitabile retrocessione, arrivata con due turni d’anticipo, ha reso vano ogni possibile miracolo in un playout che stavolta non c’è stato. Che sarebbe stata un’annata storta lo si era intuito dal grave infortunio ai ginocchio subìto da capitan Cristian Bonati alla viglia del campionato. Una tegola, questa, che il club del presidente Granelli ha pagato a caro prezzo, assieme all’immobilismo sul mercato estivo, da cui non era arrivato nemmeno un innesto di numero per la rosa del riconfermato Bazzarini (grande artefice della precedente salvezza). Altro fattore che, alla distanza, si è stato rivelato determinante. Nonostante questi negativi auspici, il cammino era stato inaugurato da due successi di misura, contro le dirette concorrenti Castelvetro e Campagnola; ma l’effetto sorpresa ha avuto la durata di quei soli 180′.
La prima metà di campionato era andata in archivio con un magro bottino (12 punti), costato l’ultimo posto in graduatoria e, soprattutto, la panchina a Bazzarini, sostituito durante le festività natalizie da Barbarini. Il nuovo corso nelle prime apparizioni (4 punti in 2 partite) aveva dato buone risposte, anche se illusorie. Il Salso non ha mai saputo dare continuità e, così, tra pareggi e sconfitte è arrivato a giocarsi disperatamente il tutto per tutto nel match da dentro o fuori, alla terzultima, contro il Nibbiano. Il ko ha condannato in anticipo il team gialloblù che si è, comunque, congedato dalla categoria con onore; e, così come lo aveva iniziato, ha concluso il torneo con due vittorie di fila. I 6 punti strappati a Solierese e Formigine/Rosselli hanno reso meno amara la classifica: terzultimo posto a 30 punti. Ne sarebbero bastati tre in più per riaprire i giochi per il secondo spareggio. Peccato. Ma troppe circostanze sfavorevoli (infortuni, torti arbitrali, scarso rendimento casalingo) hanno fatto sì che la scalata diventasse insormontabile. Una volta ancor di più dopo la scelta (incomprensibile) di privarsi a dicembre di Mbengue, unico centravanti in rosa, rimpiazzato con il deludente Fabio Hoxha. Floppino.
Pallavicino: 5
Come i cugini di Salso, anche a Busseto è stata fatale l’assenza di un centravanti di peso in grado di regalare punti preziosi per una salvezza che, a posteriori, non si è concretizzata. La stagione 2018/2019 dei blues era partita all’insegna del rinnovamento e del ringiovanimento, dopo qualche patema di troppo dell’anno precedente: la scommessa Camara, bomber insaziabile in Promozione ma poco prolifico in Eccellenza (i suoi gol sono stati solo 5), non è stata vinta, alla luce anche di un prematuro e brusco divorzio. Così come non è andata bene la parentesi con il promettente e debuttante mister Fabbi, erede designato di Piscina, reduce da quattro anni di ottimo lavoro a Viarolo al fianco del dirigente Bobba, anch’egli arrivato nelle terre verdiane con alcuni giocatori di fiducia (Pescosta, Lavezzini e, appunto, Camara).
Fabbi ha pagato lo scotto della categoria: 4 sconfitte di fila in altrettante giornate e 7 punti in 11 gare sono stati numeri “sufficienti” per far riflettere la società del presidente Boreri che ha optato per l’esonero alla viglia del derby contro il Salsomaggiore. La scelta è ricaduta a sorpresa su Aldo Nicolini, allenatore dal passato nei professionisti e residente nel bresciano; il cambio, però, non ha dato gli esiti sperati, anche perché non suffragato a dovere dal mercato di dicembre che (fatta eccezione per lo svincolato Morè, arrivato a sessione conclusa) non ha restituito gli acquisti necessari a credere alla rincorsa playout, distante al giro di boa soltanto tre lunghezze. I 14 punti conquisati nella prima metà imponevano al Pallavicino un girone di ritorno a grandi ritmi, ma Nadotti e soci non sono riusciti a imprimere l’accelerata decisiva: con 8 sconfitte, 6 pareggi e 3 vittorie la rimonta salvezza non è stata possibile e il ritorno in Promozione, dopo soli due anni, è diventato una triste realtà. Floppino II.
PROMOZIONE
Borgo San Donnino: 8
Non poteva essere un decennale più bello per il club più giovane di Fidenza che, al termine di una stagione non adatta ai deboli di cuore, ha conquistato uno storico primo posto, che varrà il pass per l’inedita esperienza nella prossima Eccellenza. Nonostante le ambizioni e le disponibilità economiche non mancassero, in pochi erano convinti che il San Donnino avrebbe potuto contrastare corazzate quali Fidentina, Bibbiano, Brescello e Castellana Fontana; anche se un anno fa, di questi tempi, eravamo stati indovini nel vaticinare il ruolo da protagonista per il club biancoblù. Rileggersi il precedente pagellone per credere. Ma questo cambia poco.
Il Borgo è stato bravo a credere nel sogno e a dimostrarsi, nel corso delle settimane, la formazione più solida e più continua. Parlano chiaro i numeri: i 72 punti finali sono frutto di molte vittorie (21) e di poche battute d’arresto (appena 4), ma ancor di più di una difesa insuperabile. Con 22 reti incassate – di cui appena 6 tra le mura del “Ballotta” – il Borgo ha primeggiato anche in questa speciale classifica. A conferma del teorema secondo cui le conquiste dei campionati avvengono per mezzo delle grandi difese. In questo senso, infatti, l’acquisto dicembrino del bomber Burgazzoli (7 gol in tutto) è sembrato persino superfluo. I fidentini, partiti con l’ambizione di arrivare ai playoff, si sono ritrovati secondi, dopo il girone d’andata, a quota 33 punti: nonostante una stagione paradossalmente travagliata, con tre cambi in panchina (da Bertani a Voltolini fino a Craviari) che sono sempre andati a migliorare la media punti, il Borgo ha effettuato il controsorpasso ai danni della Castellana alla penultima giornata – sfruttando lo scivolone dei piacentini a Montecchio – e ha completato l’opera con il successo di Bobbio. Stiamone certi: ora che è in Eccellenza l’ambizioso e appassionato presidente Magni vorrà divertirsi ancora e – perché no – tentare un’altra scalata… Piazzaforte.
Fidentina: 5
The dark side of the moon. La metà triste, delusa e amareggiata di Fidenza che, contrariamente alle aspettative e alle buone intenzioni della scorsa estate, non è riuscita a emulare quanto fatto dai cugini di Pallavicino e Colorno negli anni passati e a meritarsi il ritorno in Eccellenza dopo la retrocessione del maggio 2018. Un mercato importante – che aveva visto le conferme dei pezzi pregiati Ghiretti, Ferretti, Franchi e Pasaro, assieme agli arrivi dei vari Bruschi, Mariniello, Ottoni, Coghi e Terranova – la voglia di riscatto dell’ambiente e l’esperIenza del tecnico Montanini sembravano fare della Fidentina la squadra da battere.
Per laurearsi campioni d’inverno (34 punti in 17 giornate) i granata hanno dovuto sudare e non poco, incappando in 3 ko (su tutti, quello in casa del Carignano) e 4 pari (specialmente con Bobbiese, Castel. Meletolese e Noceto) che hanno suonato come un preoccupante campanello d’allarme. Dopo il giro di boa ci si sarebbe aspettato lo sprint decisivo; e, invece, la sponda granata di Fidenza si è sgonfiata, difettando di equilibrio e costanza. I ko con Basilicastello, Brescello, Viarolese, Castel. Fontana e Luzzara non solo hanno escluso dalla lotta al primato il team di Montanini, ma addirittura hanno messo a repentaglio la partecipazioni ai playoff, obiettivo di minima raggiunto solo con un colpo di coda: gli ultimi quattro successi di fila hanno assicurato il quarto posto a quota 66. Ma ancora una volta il post season ha voltato le spalle alla Fidentina, uscita con le ossa rotte dalla semifinale di Bibbiano, persa nettamente contro i futuri vincitori dei playoff. Fiasco.
Carignano: 7
Il club di strada Montanara si era ripromesso di fare una stagione più tranquilla rispetto a un anno fa, con l’obiettivo di centrare la salvezza il prima possibile e di essere la mina vagante del super competitivo girone A di Promozione. Anche per questo motivo dal mercato estivo erano arrivati acquisti interessanti come Lauriola e i più giovani Bertolazzi, Konè, Biondi e Delfante. La squadra, affidata al tecnico ex Felino e Biancazzurra Filippo Delmonte, dopo una discreta partenza (un solo ko nelle prime 8 di campionato), è incappata in una serie di risultati altalenanti che le hanno fatto perdere contatto dalla zona playoff. Ma il buon numero di punti (25) ottenuti al termine del girone d’andata ha fatto sì che i giallorossi, piazzatisi a centro classifica, si siano tenuti a debita distanza dalle sabbie mobili.
Nel frattempo il Carignano, passati i primi due turni nelle fasi a girone, ha proseguito il cammino in Coppa e, grazie al pari a Brescello nell’andata dei quarti, ha iniziato a credere in una pazza idea. Così, nel ritorno, una volta raggiunto il quorum salvezza, il team di Delmonte ha lentamente sacrificato il campionato (concluso poi al nono posto con 46 punti) e ha cambiato abito negli appuntamenti notturni: dopo aver fatto fuori il Brescello, Conti e soci hanno completato l’impresa nel doppio incontro in semifinale con l’Atletico Montagna, con un’insperata vittoria in trasferta che ha regalato la gioia della finalissima di Anzola contro il Del Duca Ribelle. Peccato che il gruppo trascinato dai mattatori stagionali Fiordelmondo e Gratis, non sia riuscito a coronare un sogno che è svanito a 8′ dai supplementari; ma il percorso avvincente in Coppa – unito alla valorizzazione di tanti millennials in campionato – valgono al club del presidente Scottu un mezzo voto in più in pagella. Bello di notte.
Viarolese: 6,5
Non c’è due senza tre. La Viarolese ha festeggiato la terza salvezza diretta consecutiva in Promozione nell’anno zero della sua storia recente. Il club di strada Cornazzano, per la prima volta dopo diversi anni, si trovava senza il condottiero Fabbi e il ds Bobba, approdati al Pallavicino assieme ad alcuni giocatori; da esperto dirigente Edo Manini è stato abile a sopperire alle tante partenze e ad allestire una rosa competitiva per la salvezza, realizzando alcuni colpi a effetto, tra cui quelli dei bomber Gualtieri (in estate) e Dede (a dicembre).
Il nuovo allenatore, Bacchini, arrivato dal Noceto, non è entrato in sintonia con l’ambiente e dopo 7 turni con altrettanti punti in classifica è stato esonerato. Fatale il ko per 5-0 con la Fidentina che aveva smascherato le debolezze della squadra che, invece, ha poi beneficiato dell’arrivo in panchina di Pompini: il cambio modulo, col passaggio alla difesa a tre, qualche scalpo eccellente (le vittorie su Borgo, alla sedicesima, e Fidentina, alla ventiquattresima) hanno dato la giusta consapevolezza alla squadra azzurro-granata che ben presto ha seminato la concorrenza. Pompini, con 38 punti in 27 partite sotto la sua gestione, ha centrato la salvezza diretta anche con qualche turno d’anticipo, confermando l’assoluta garanzia del piccolo progetto Viarolese che, per l’ennesimo anno, non ha tradito le attese. Resiliente.
Langhiranese: 6
Compitino svolto diligentemente dalla squadra della val Parma che, però, per evitare di essere rimandata agli esami di riparazione è stata costretta a un faticoso recupero nelle ultime settimane. Dopo la tribolata salvezza ai playout di un anno fa, la dirigenza aveva deciso di trattenere in panchina Enore Paoletti per il quinto anno di fila; rinnovata profondamente, invece, la rosa che, dopo le partenze di un blocco di giocatori ormai storici, era stata rigenerata dagli ingressi importanti di Bottarelli, Faelli, Pè e Urbano che avrebbero dovuto consentire di centrare il solito obiettivo salvezza con meno patemi.
Eppure l’avvio di stagione si era rivelato a dir poco turbolento: uscito subito dalla Coppa, il team della val Parma è andato peggiorando in campionato, dove dopo 8 giornate era già ultimo con 4 punti e ben 20 reti subite. La situazione allarmante in classifica unita a un esasperato nervosismo (ben 6 le espulsioni ricevute dai grigiorossi) hanno fatto propendere Paoletti per le dimissioni. Dopo una lunga attesa, complice anche un casting di allenatori che non ha dato le risposte desiderate, in panchina sono andati i due vice allenatori Magnani e Gussoni, assieme al ds Tassi: il triumvirato ha saputo riportare tranquillità all’interno della squadra che ha da subito cambiato marcia, vincendo anche 4 gare consecutive tra novembre e dicembre e chiudendo al giro di boa al quattordicesimo posto (a 18 punti, due in meno rispetto alla soglia salvezza) che ha lasciato aperto lo spiraglio per il sorpasso. Nonostante l’arrivo dello svincolato Miftah, l’inizio a singhiozzo del 2019 sembrava aver fatto terminare il momento magico dei grigiorossi; ma nel rettilineo finale la Langhiranese ha messo il piede sull’acceleratore e ha centrato 18 punti (in 11 turni) che sono bastati per toccare quota 41 punti e festeggiare una permanenza in categoria non così scontata. Diesel.
Marzolara: 5
Il caso più paradossale di questa stagione. Impoverito in estate dagli addii di Bruschi e Poka – i giocatori che avevano fatto le fortune delle annate precedenti – lo sperimentale Marzolara, allenato come da tradizione da Savi, aveva inaugurato il campionato all’insegna dei successi (3 in 4 partite). La partenza sprint aveva rivalutato in positivo gli acquisti dell’estate, tra giovani interessanti (Tonofrei e il riconfermato Agboton, su tutti) e scommesse in cerca di rilancio (i bomber Zuelli e Pozzi).
La compagine della val Baganza si era mantenuta su buoni standard fino al tredicesimo turno, al termine del quale i ragazzi di mister Savi erano addirittura settimi a quota 20; poi, un primo ed evidente calo, con 4 ko consecutivi, aveva regredito in dodicesima posizione i biancoblù, andati alla pausa senza aggiungere alcun margine sulla zona playout. Il ritorno è stato vissuto, tra alti e bassi, sempre sugli stessi standard di rendimento, tanto che capitan Peri e soci a tre turni dalla fine potevano amministrare un cospicuo +10 sulla terzultima. Tuttavia, la rimonta del Basilicastello ha alzato la quota salvezza e il Marzolara ci ha messo del suo per riaprire la lotta riuscendo nell’impresa di non vincere contro la derelitta Castelnovese Meletolese (che all'”Amoretti” ha ottenuto l’unico punto delle sue ultime 9 giornate).
I 39 punti raccolti (5 in meno dell’ultimo anno, 3 in più rispetto a due stagioni fa) non sono bastati a scongiurare il playout casalingo contro il Basilica, negativo in tutto e per tutto: dalla decisione last minute di giocarlo sul sintetico “Stuard”, per evitare l’ennesimo rinvio per maltempo, al risultato amaro che ha inchiodato il Marzolara a un mesto ritorno in Prima Categoria. Harakiri.
Noceto: 6
Una stagione lunga e tribolata quella dei rossoblù, che però si è chiusa nel migliore dei modi con un (inaspettato) happy ending. Il ridimensionato progetto del club rossoblù imponeva un basso profilo e un’annata di sofferenze, anche se il nuovo ds Fassa, arrivato con voglia di riscatto e trovatosi a fare di necessità virtù, era riuscito a convincere i giocatori di fiducia con lui alla Medesanese (Cucchi, Bruno Messineo e Ruffini), oltre al top player Provenzano, a seguirlo nella nuova avventura per portare esperienza a un gruppo giovane e poco avvezzo alla categoria. I nocetani, guidati per il primo anno da Davide Cerri (già vice ai tempi di Bacchini), sono sempre rimasti rimasti in linea di galleggiamento, tanto da chiudere al tredicesimo posto con 19 punti il girone d’andata.
Come inevitabile che fosse, Ferri e soci hanno difettato di costanza di risultati e, complice qualche ko di troppo, sono stati risucchiati nei bassifondi. Il Noceto ha affrontato l’ultima partita di campionato da terzultimo col rischio di non arrivare nemmeno agli spareggi-salvezza. Una fortunata combinazione di calendario (i rossoblù contro lo scarico Carignano e l’antagonista Bobbiese dinnanzi all’affamato San Donnino) e risultati ha permesso che, all’ultimo respiro, i ragazzi di Cerri potessero ribaltare la situazione e conquistarsi il playout in casa, vinto con merito una settimana più tardi a discapito proprio della stessa Bobbiese, costruita con ambizione ma deludente per tutta la stagione. Salvezza raggiunta, col brivido. Miracolato.
Basilicastello: 8
L’impresa senza eguali della piccola compagine di Basilicanova – nata soltanto un’estate fa dalla fusione dei due club del paese (Basilica 2000 e Il Castello) – è la più bella favola calcistica che in assoluto ci abbia consegnato la stagione 2018/2019. Nessuno si sarebbe mai aspettato che il piccolo Basilicastello, salito dopo grazie ai playoff di Prima, avrebbe potuto duellare ad armi pari contro i titanici club del campionato di Promozione; ma, come nel racconto biblico, anche in questo caso Davide ha battuto il gigante Golia con astuzia e organizzazione.
I 34 punti finali (ben 20 nel girone di ritorno) non solo hanno fissato il record storico in categoria per il club di Basilicanova, ma hanno anche regalato il pass per il playout. Un traguardo forse insperato anche per il ds Viglioli, che più di tutti ha investito tempo ed energie in un progetto risultato vincente al culmine del suo lungo percorso dirigenziale. Lo strepitoso finale di stagione (4 vittorie, di cui 3 consecutive, e 2 sconfitte) e le vittorie eccellenti contro le due compagini fidentine (il Borgo era stato fermato sullo 0-0 anche all’andata) sono state le ciliegine sulla torta realizzata con grande manifattura da un allenatore saggio e preparato come Massimo Bizzi. I rossoblù, nel match da dentro o fuori col Marzolara, si sono confermati come temibili outsider e hanno centrato l’unico risultato possibile per restare aggrappati alla categoria. La vittoria per 0-2 è stata firmata dal difensore goleador Barbarini (autentico simbolo per tutta la stagione) che, grazie alla sua decisiva doppietta, è salito addirittura in doppia cifra in classifica marcatori. Incantevole.
Real Val Baganza: 4
Non ci si aspettava una stagione di fuoco dal Real Val Baganza, tornato in Promozione dopo 10 lunghi anni di anonimato. Ma la vittoria al fotofinish del girone B di Prima Categoria dopo la stagione 2017/2018, proprio davanti ai cugini del Basilica, sembrava essere il miglior punto di partenza per affrontare con rinnovato entusiasmo un’avventura impegnativa in un torneo dalla concorrenza spietata. La società di Sala Baganza era convinta che, confermando il blocco storico di giocatori unitamente al condottiero Marco Bianchi, avrebbe potuto combattere, con un pizzico di sana follia, contro i “mulini a vento”. Ma fin da subito le difficoltà sono venute a galla e i numeri hanno messo al palo Paini e soci.
Infatti, dopo l’illusorio successo ottenuto a Bobbio alla terza giornata, sono iniziate le disavventura per il club del presidente Guareschi, rimasto senza successi addirittura per 26 turni di fila. La lunga crisi del Real aveva anche portato Bianchi a dimettersi dopo 16 partite con il magro bottino di 8 punti; ma le cose non sono andate migliorando con il successore Carmine Franzese, che non ricorderà in modo positivo la sua prima esperienza in panchina, terminata con una vittoria e un pareggio in 18 incontri. Il manifesto della sventurata stagione del fanalino di coda del girone A è riassunto nel match di ritorno con la Bobbiese, perso a tavolino per un cambio di troppo nonostante il verdetto del campo avesse regalato un punto che stava pure stretto al Real.
La vittoria sulla Castel. Meletolese – la seconda e ultima del torneo – ha perlomeno salvato il gruppo di mister Franzese dal disonore rappresentato dal rischio di peggiorare i record negativi del San Secondo di un anno fa. Don Chisciotte.