Duro sfogo social di William Punghellini che se la prende con l’immobilità e i giochi di potere che caratterizzano, anche in questo periodo di lockdown e riforme, il calcio dilettanti. Un mondo da sempre a lui molto caro. L’ex presidente della Lega Calcio di serie D e consigliere federale della FIGC si schiera, infatti, a fianco delle tante associazioni sportive che, ora più che mai, si stanno accollando le conseguenze di una «devastante realtà non più gestibile».
«Il calcio dilettantistico in Italia sta attraversando una grande crisi e si trova in una situazione drammatica a causa della pandemia sanitaria – dice Punghellini sul proprio profilo Facebook –, ma anche dalla grave situazione economica che attraversa il nostro Paese. La perdita degli sponsor, la diminuzione dei tesserati, il continuo aumento dei costi e degli oneri a carico delle Società, unitamente ad un costante aggravio delle incombenze burocratiche, amministrative e di responsabilità, ha determinato una devastante realtà non più gestibile. Di fronte a tutto questo in ogni altro Paese a livello politico e sportivo si sarebbe verificata una mobilitazione per salvare quest’autentico patrimonio dello sport. In Italia invece abbiamo assistito a inqualificabili silenzi, a provvedimenti che hanno aumentato i costi, le responsabilità, gli oneri e la perdita di risorse per le Società dilettantistiche. Anche di fronte a una così grave realtà hanno avuto priorità gli interessi elettorali, di parte e clientelari». Un’amara considerazione e anche un’istanza di aiuto, quella del dirigente di origini reggiane, che tuttavia difficilmente troverà udienza nella stanza dei bottoni.