L’infortunio al legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, riportato da Nicolò Zaniolo nel corso della partita di ieri sera degli Azzurri contro l’Olanda, è soltanto l’ultima di una lunga serie, sempre più frequente tra giocatori professionisti e giovani. Basti pensare che secondo una ricerca del Philadelphia Health Center e pubblicata sul Daily Mail le operazioni scaturite da queste lesioni sono aumentate del 400% negli ultimi 10 anni.
E ancora: stando a un’indagine della rivista Physician & Sports Medicine, sono oltre 200mila ogni anno le lesioni del crociato anteriore tra i giovani in America, mentre in Italia si segnalano sul totale della popolazione 150mila casi all’anno secondo un report della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia.
Un quadro negativo che ha colpito numerosi sportivi, soprattutto tra calciatori, giocatori di basket e sciatori: dal già citato Nicolò Zaniolo, che quest’anno si è rotto per ben due volte il legamento del crociato anteriore, a Merih Demiral, giovane difensore della Juventus che ha riportato la lesione del crociato del ginocchio sinistro, da Gerard Deulofeu, che ha subito la rottura del legamento crociato e lesione del menisco, a Leonardo Pavoletti, bloccato per una recidiva lesione del crociato, fino ad arrivare agli sciatori Dominik Paris e Simone Murberger, e al cestista di Fuenlabrada Jerome Randle e Jeremy Lamb, guardia degli Indiana Pacers.
Nel Parma sono tre i casi importanti: Daniele Galloppa, Alberto Grassi e Filippo Savi.
Ma quali sono le raccomandazioni degli esperti? La prevenzione inizia con un’attenta valutazione fisica e prosegue con un allenamento neuromotorio composto da esercizi mirati a rinforzare la muscolatura di anca e glutei. Fondamentale è anche evitare danni da sovraccarico funzionale e indossare calzature sportive idonee. Per accelerare il recupero, infine, gli esperti consigliano la laserterapia.
A questo scopo è stata brevettata la Theal Therapy, terapia laser made in Italy creata da Mectronic che grazie al mix di diverse lunghezze d’onda adatta il trattamento in base a parametri fisiologici come età, fototipo e tipologia di tessuto.
«Le lesioni del crociato hanno subìto un forte incremento negli ultimi 20-30 anni a causa dei cambiamenti nel modo di allenarsi, della velocità di esecuzione dei tempi tecnici e di una modifica dei terreni di gioco. Per questo motivo seguire accorgimenti precisi come sottoporsi a un allenamento neuromotorio, rinforzare la muscolatura di anca e glutei e lavorare sulle tecniche di atterraggio diventano fondamentali per prevenire gli infortuni – spiega il dott. Paolo Tenconi, medico e preparatore atletico professionista e allenatore Uefa B – Nel corso della mia esperienza ho constatato come le lesioni più comuni riguardassero il crociato anteriore, il menisco mediale e il menisco laterale, soprattutto tra i più giovani che giocano a calcio e praticano sport sulla neve. In questi casi la Theal Therapy diventa un valido alleato nella prevenzione e cura degli infortuni grazie a quattro lunghezze d’onda che producono fotobiomodulazione, l’unica nel genere, e di conseguenza effetti biostimolanti sull’apparato legamentoso, risolvendo i problemi di ipossia e quindi scarsa vascolarizzazione».
Ma quali sono le tipologie di rotture dei legamenti più frequenti tra gli sportivi? Secondo una ricerca del Journal of Epidemiology, condotta su un campione di 20mila atleti, il 21% riguarda le lesioni del crociato anteriore, l’11% quelle del menisco mediale, l’8% interessa il legamento collaterale mediale, il 4% colpisce il menisco laterale e il 2% il collaterale esterno. Una percentuale estremamente bassa, dello 0,02% circa interessa invece le rotture del crociato posteriore.
E ancora, il 40% di questi infortuni riguarda chi gioca a calcio, mentre il 21% chi pratica sport invernali come sci di fondo.
Ma non è tutto, perché la rottura del legamento crociato anteriore è più frequente nelle donne per via di una ridotta rigidità lineare, lassità legamentosa e fattori ormonali. Secondo una ricerca della University of Michigan pubblicata su Science Direct, infine, gli interventi chirurgici sui legamenti crociati anteriori provocano cambiamenti evidenti nelle attività cerebrali dei soggetti che presentano queste problematiche. Cambiamenti che sono all’origine delle difficoltà di recupero dell’articolazione e del rischio di nuove lesioni.