Costruire dal basso ed essere sempre ambiziosi, a qualunque latitudine. Parma e Atalanta hanno poche cose in comune, e non potrebbe essere diversamente, perchè gli orobici sono in serie A da 8 stagioni consecutive e in questi anni hanno costruito un modello vincente e sostenibile. Il Parma, invece, è solo all’inizio del suo nuovo percorso in serie A e per cementificare le basi ci vorrà tempo.
Fatte queste doverose premesse, concentriamoci sul calcio giocato e sule profonde differenze che contraddistinguono le due squadre e i due allenatori, D’Aversa e Gasperini. Il primo predilige un gioco fondato sulle ripartenze, il secondo sul possesso palla. I numeri sono chiari: l’Atalanta è la squadra con la più alta percentuale di possesso palla (59%), il Parma quella con la più bassa (37%). Inoltre, con 57 gol all’attivo, i bergamaschi hanno il secondo miglior attacco della serie A (soltanto la Juventus con 59 ha fatto meglio), 37 delle quali sono state segnate nella ripresa, un primato in questa stagione.
Numeri che, insieme alle considerazioni iniziali e alle profonde differenze di organico, giustificano il distacco di 12 punti in classifica tra le due squadre. La storia di Parma-Atalanta, però, sorride ai crociati, tant’è che nelle precedenti 18 sfide in A il Parma ha vinto 9 volte, pareggiato 7 e perso 2.