Prove tecniche di franchigia Celtic allargata? Da mercoledì, stracittadina, i primi punti in palio
Coppa del Ducato, ci siamo. Oggi, presso la sede del CRER di Via Verdi, è stata al fine svelata, non in metallo bensì in ceramica, la coppa, ad immagine e somiglianza di un centrotavola del servizio che fu di Maria Luigia d’Austria, come spiegato da Enzo Barbieri direttore marketing del Noceto e tra gli ispiratori di quella che possiamo considerare una Bledisloe Cup, o Calcutta Cup o Trofeo Garibaldi fate un po’ voi, del territorio rugbystico compreso nell’antico Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla. «L’idea ha preso corpo nella club house del Noceto a fine luglio, ma la prima bozza risale ad un colloquio precedente che ebbi con Paolo Bussolati (ds del Colorno, ndr)». La coppa, in due esemplari, è stata realizzata dal mastro ceramista Umberto Alinovi della Ceramica del Ferlaro di Collecchio e farà bella mostra di sé nelle sedi delle varie società (in una di queste vi rimarrà per un anno dopo la sua conquista).
L’armistizio firmato tra Rugby Parma e Gran, la Coppa del Ducato comprendente anche Viadana (lo stesso Barbieri asserisce di essere in possesso di una carta geografica dell’epoca in cui il ducato aveva una piccola bolla oltre il Po) sotto l’egida della Fir per mezzo della sua costola del CRER: prove tecniche, come già abbiamo avuto modo di presupporre in diverse occasioni, per una franchigia allargata degli Aironi? A domanda, il consigliere federale, nocetano, Daniele Reverberi risponde «La Coppa del Ducato non può essere propedeutica ad una franchigia e viceversa. Direi che è un percorso, primo in cui c’è la competizione, poi è un modo per conoscersi meglio. Parlando di franchigia, da rappresentante locale e consigliere federale mi auguro ci sia questa possibilità». Tra il vago e l’ammiccante, durante il suo intervento, la parte viadanese per bocca di Riccardo Melegari, fratello del presidente e membro del cda «Al di là della cartina, voi sapete come da sempre a Viadana abbiano militato giocatori di questo territorio, un rarissimo caso in cui un fiume unisce anziché dividere. Tutte le squadre aderenti hanno, chi più chi meno, investito molto su impianti e settori giovanili, questo è il coronamento di un percorso; se questo aprirà a nuovi discorsi non lo so, però… me lo auguro». Volendo scomodare il Trap, “non dire gatto se non l’hai nel sacco” ma l’opera di mediazione, seppur non semplice, continua: se il Po continuerà ad unire, lo scopriremo più avanti.
Conoscersi è stata la parola più gettonata in sala: ne ha parlato anche il vice presidente della Rugby Parma, Borri, così come il presidente del CRER, Mario Spotti in qualità anche di “main sponsor” , per ora (tutti sperano che arrivi qualche sponsor i cui proventi andranno divisi in parti eguali) «Ho sposato subito questa causa per avvicinare le varie società. Ci sono incomprensioni che durano anni perché non ci si parla; già il fatto di far sedere sei società (oggi assente il Piacenza 1947 per un improvviso lutto, ndr) allo stesso tavolo e parlarsi è una buona cosa. La rivalità deve essere sana ed onesta». Insomma: basta con “La guerra dei Roses”, si a “Basta che funzioni”. Da alcuni presidenti, Bandini del Gran e Padovani del Colorno, sono arrivati anche suggerimenti circa le iniziative da intraprendere per coinvolgere maggiormente il territorio in modo che vi possa essere flusso di appassionati da un campo all’altro.
Madrina della Coppa, lei sì che trova tutti d’accordo, Miss Parma, al secolo la nocetana Alessandra Giavarini. Da mercoledì, i primi punti in palio.