Le accuse nei confronti di Calaiò e del Parma restano sempre le stesse. Oggi la procura federale – rappresentata dal procuratore aggiunto Gioacchino Tornatore – non ha portato nuovi elementi a sostegno dell’accusa. I reati contestati, tentato illecito e responsabilità oggettiva, si basano unicamente sull’interpretazione (oggettiva o soggettiva?) del testo dei tre messaggi whatsapp spediti da Calaiò all’ex compagno di squadra De Col, 4 giorni prima di Spezia-Parma. In sostanza, secondo l’accusa, dietro ai vari “cazzein” e “pippein” si nasconderebbe un tentativo di alterare il risultato di Spezia-Parma, attraverso una richiesta di minor impegno agonistico agli amici (ex ex comapgni) De Col e Terzi.
Il Parma e Calaiò si sono difesi con le unghie, usando anche termini forti, bollando le richieste della procura federale come “infamanti” e “inaccettabili”. Entrambi puntano all’assoluzione piena. Chiaro. Anche perché non ci sono altre prove, di nessun tipo, che possano confermare o aggravare l’impianto accusatorio. Tre messaggi e basta.
La richiesta afflittiva di -2 da scontare nel campionato di serie B 2017-18 appare una strada fantascientifica e quasi impossibile da percorrere (se non altro per questioni di tempo, perché tra un mese ricomincia il campionato), perchè, come ha ricordato l’avvocato del Parma Eduardo Chiacchio, bisognerebbe rigiocare i playoff e il Parma avrebbe tutto il diritto a parteciparvi.
Più “facile” ragionare sulla seconda ipotesi, cioè il -6 da scontare nella serie A 2018-19: la richiesta, in termini numerici (e sostanziali), è pesantissima, ma assolutamente spropositata rispetto a sentenze simili degli ultimi 10 anni in Italia, sebbene nel codice sportivo non ci sia differenza tra avvenuto o tentato illecito.
Poi c’è la questione della responsabilità oggettiva del club. Il controllo dei telefoni privati dei propri tesserati non è previsto da nessun codice e/o regolamento, sarebbe contra legge, perché andrebbe a scontrarsi con il diritto alla privacy di ogni singolo cittadino.Anomalie di una storia (Spezia-Parma) che è arrivata fino alle aule di un tribunale federale. Ora la palla passa al giudice Mario Antonio Scino, la sentenza è attesa entro venerdì, al massimo lunedì.
La speranza è che chi deve giudicare lo faccia senza condizionamenti di alcun tipo, perché la sensazione è che in tutta questa storia le voci e le valanghe di fango hanno giocato un ruolo fin troppo importante.
Forse Calaiò ha commesso una “grave” leggerezza (non di più), essendo lui un professionista con regolare contratto Figc, d’accordo, ma il Parma non ha colpe, di alcun tipo. E, comunque, un giocatore non può pagare una leggerezza con 4 anni di squalifica. Un’esagerazione.
In casa Parma, dopo il dibattimento di oggi a Roma, si respira un clima di fiducia e ottimismo, ma è chiaro che sono tutti sulle spine, anche perché nulla è scritto.