Avviciniamoci al derby dell’Enza ripercorrendo, con le parole degli ex gialloblù, la storia e le emozioni dell’ultima sfida del Tardini, datata 21 settembre 1996. Finì 3-2 per i crociati: una partita tiratissima, come sempre, con due espulsioni e tensioni sugli spalti. Era il Parma di Carlo Ancelotti e Pietro Strada (nella foto), entrambi protagonisti l’anno precedente della promozione in A della Reggiana. Storie che si intrecciano tra loro, un groviglio di sensazioni, ricordi e pelle d’oca. Perché il derby si gioca, si vive e non si dimentica mai. E’ il caso di Strada, centrocampista/trequartista dai piedi raffinati, che in quella occasione (21 anni fa) segnò il gol d’apertura del match, anche se una deviazione di Grun gli tolse la gioa di finire sul taccuino dei marcatori (fu autogol).
“Partiamo col dire che il gol dell’1-0 è mio, non è un autogol di Grun. Oggi sarebbe così, il gol sarebbe mio – precisa scherzosamente Strada ai microfoni di Sportparma -. Ricordo benissimo la dinamica: tirai dritto per dritto, il pallone passò in mezzo alle gambe di alcuni giocatori, poi toccò la gamba di Grun e andò a finire nell’angolino. Gol totalmente mio. Tra l’altro, è stato il mio primo gol in serie A”.
Gol a parte, se le dico Parma-Reggiana quale è il primo pensiero che le passa per la mente?
“Quella del 1996 al Tardini per me fu una partita molto particolare, che non potrò mai dimenticare. Io e Ancelotti, infatti, eravamo stati gli artefici della promozione in A della Reggiana e l’anno dopo ci trovammo entrambi a Parma. Dal punto di vista psicologico per me ed Ancelotti fu un derby molto sentito. Fu una gara tirata, come sempre, vincemmo noi 3-2. Ricordo il fumo dei fumogeni, la gara venne sospesa. Ricordo anche il fallo di Sordo a centrocampo che valse il cartellino rosso. Come tutti i derby fu una partita molto tirata, aggressiva”.
Come vive un giocatore la vigilia di una partita così sentita da entrambe le tifoserie?
“Per me era la quarta partita in serie A, potete immaginare l’emozione e la tensione. C’è parecchio astio tra le due tifoserie e questo porta adrenalina anche nello spogliatoio”.
Quanto è cambiato il derby (e il calcio) negli ultimi 20 anni?
“Parliamo di una gara di Lega Pro: a livello di qualità e di importanza non è paragonabile ad una partita di serie A, ma è comunque una sfida molto sentita, tosta, indipendentemente dalla categoria. Il calcio è cambiato tanto, oggi è molto fisico e veloce, ma rispetto ai miei tempi credo che in Lega Pro il livello qualitativo sia più basso”.
Parma e Reggiana come arrivano al derby di domenica? Può essere la chiave di svolta in ottica playoff?
“Il girone B è stato molto equilibrato, ma il Venezia ha dimostrato di essere superiore. Il girone è stato molto aperto al di là della lotta tra Parma e Venezia. Domenica scorsa ho assistito a Reggiana-Forlì: ho visto una squadra, la Reggiana, che ha giocato a ritmi molto bassi; diciamo che le maggiori motivazioni del Forlì hanno fatto la differenza. Entrambe le squadre non stanno attraversando momenti positivi. Il derby può dare uno slancio importante per i playoff e viceversa. A proposito di playoff: devo dire che la nuova formula ha reso i campionati più avvincenti e fino all’ultima giornata”.
Erbazzone o anolini in brodo?
“Mi piacciono tutti e due”