Venti minuti di paura, gambe molli e sofferenze, poi un colpo di testa di Cacioli ha spazzato via tutto e ridisegnato la storia di una partita dai due volti. Lentigione sconfitto 3-0, ma la squadra di Zattarin esce a testa alta dallo stadio Morelli, interamente colorato e musicato da 3.500 tifosi crociati. Il gol di Cacioli e quello di Longobardi nel primo tempo, poi ancora Longobardi nella ripresa (oltre ad una traversa di capitan Lucarelli), hanno regalato al Parma l’ottava vittoria stagionale, frutto di una prestazione di maturità, condita dal solito cinismo delle grandi squadre e da un bagaglio pieno di esperienza. Certo, sull’esito finale della gara pesano alcune decisione strampalate dell’arbitro Meraviglia di Pistoia: il secondo gol di Longobardi è stato contestato a lungo dai padroni di casa per un presunto fallo sul portiere De Angelis; l’espulsione di Miftah è un grossolano errore, perché non c’è alcuna simulazione da parte dell’attaccante marocchino ex Crociati Noceto, caduto in area di rigore dopo aver perso un contatto fisico con Lucarelli.
Decisioni che hanno chiuso la gara e tolto forze e speranze al Lentigione, una squadra che ha confermato di avere qualità e mezzi per fare un campionato d’alta classifica, tant’è che nei fatidici 20 minuti di apnea, Lucarelle e Cacioli hanno avuto diversi problemi a prendere le misure alla vivace e scaltra coppia marocchina Miftah-Mezgour. Fatto sta il Parma ne ha subito approfittato della superiorità numerica (possesso palla prolungato), anche se alcuni interpreti del 4-2-3-1 di Apolloni (a proposito: Miglietta, Messina e Lauria le novità rispetto all’ultima partita contro il Forlì) non ha brillato, vedi Baraye.
Dettagli di una vittoria pesante, forse eccessiva nel risultato finale, ma di grande peso per la classifica, perché, fino a prova contraria, quella odierna era uno scontro diretto tra la prima e la terza in classifica. Avanti Parma, bello o brutto, poca importa. I campionati si vincono on questo atteggiamento da cannibali.