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Calcio Serie A

Infortuni, la ricetta di Pincolini: Rose ampie, stadi privati e centri d'allenamento moderni

Infortuni, la ricetta di Pincolini: Rose ampie, stadi privati e centri d'allenamento moderni

Mens sana in corpore sano. L'antico motto latino di Giovenale è un dogma della dottrina di Vincenzo Pincolini, ma non funziona alla stessa maniera per tutte le squadre di calcio, soprattutto nel periodo invernale.

In serie A diverse società, Juventus su tutte, ma anche Parma, Lazio, Udinese, si stanno spremendo le meningi per cercare di risollevare le proprie sorti, senza soluzione di continuità.

La testa sta bene quando le gambe girano o è vero il contrario? Questo è il dilemma. Per il guru fidentino della Lokomotiv Mosca, con 30 anni di esperienza alle spalle, che Ancelotti voleva al Chelsea e che continua a dare dritte a distanza ai suoi amici, non c’è una risposta assoluta. E’ ovvio, però, che vanno ricercate cause e responsabilità nella preparazione atletica se i risultati scarseggiano ed anche piuttosto velocemente prima che la situazione degeneri e la stagione vada alle ortiche.

In ogni campionato d’Europa la preparazione atletica delle squadre è strettamente legata al calendario e agli obiettivi prefissati, ma anche al clima e non ultima alle proprie strutture.

Guardando in casa nostra, si capisce che rispetto ad Inghilterra e Germania specialmente, siamo ancora indietro. Anche nelle categorie minori non c’è paragone. La mancanza di campi d’allenamento riscaldati o sintetici coperti possono influire tantissimo su una condizione fisica deficitaria e sui tanti infortuni. Tutto ciò può essere riconducibile alla mancanza di fondi necessari da parte delle squadre italiane per la costruzione di queste strutture, come dimostrano le tournèe estive e come ci conferma Pincolini: “In Italia non c’è più tempo per lavorare. Una volta, senza andare troppo lontano nel passato, si andava in ritiro per almeno 20 giorni dove si gettavano le basi per tutta la stagione. Adesso, invece, dopo una settimana si inizia a girare per il mondo facendo amichevoli, quasi esibizioni, per raccogliere liquidità economiche preziose e sostenendo viaggi lunghi che il nostro corpo fatica a smaltire in breve tempo. Un esempio tangibile, fra i tanti, è quello del Milan della scorsa estate. Tante partite fra America ed Europa nel giro di 20 giorni, con la conseguenza di avere una preparazione accelerata ed approssimativa, oltre ad un inizio di campionato stentato”.

Come mai, però, le squadre di Premier League, ad esempio, che iniziano il campionato molto prima ed hanno un calendario fittissimo, non risentono di questi problemi? “In realtà – continua Pincolini – anche loro passano un periodo di appannamento evidente, ma lo superano meglio perché hanno rose più ampie e competitive e ripeto, stadi e centri d’allenamento moderni e di proprietà”.

Fattori importantissimi che non sono ancora entrati per tanti motivi nella cultura calcistica italiana ma che fanno la differenza: ”Anche in Italia – prosegue sempre il professore – le squadre possono sopportare una partita in notturna con freddo, gelo o neve, ma la diversità si vede in allenamento durante la settimana. Inghilterra e Germania in primis, ma anche Ucraina e Russia, le ultime realtà che ho vissuto di persona, hanno mezzi ed attrezzature d’allenamento all’avanguardia. In Spagna, dove sono stato ormai 15 anni fa, grazie al clima più favorevole, non hanno bisogno di campi riscaldati, ma hanno sviluppato al meglio le loro strutture d’allenamento”.

Un’altra variante è la professionalità che per Pincolini non è da tralasciare pur ammonendo:”Ci sono tanti buoni preparatori atletici in Italia, tant’è che la nostra categoria, la nostra scuola è chiamata proprio all’estero per insegnare i primi rudimenti, ma ci sono anche persone che non sono adeguatamente preparate che rischiano di compromettere la stagione di squadre e giocatori”.

Infine l’aspetto oscuro ma fondamentale che influisce tanto su forma fisica ed infortuni: l’enorme pressione mediatica che spesso schiaccia gli ambienti delle società di calcio: ”Nel resto d’Europa – conclude Pincolini – si parla delle partite solo sotto data e dopo il 90’ le polemiche si esauriscono in poche ore. Invece in Italia a volte si va avanti ad oltranza e all’infinito inutilmente. Questo in una squadra, alla lunga incide sensibilmente e rischia di diventare un meccanismo a catena pericoloso. Pensate, ad esempio, alla Juve; hanno subito 43 infortuni dall’inizio della stagione, un dato allarmante per qualsiasi squadra e per il nostro calcio”.

Lezione terminata, con la convinzione che tante squadre italiane, ora come ora, direbbero volentieri “spassiba” per avere una speciale consulenza del prof Vincenzo Pincolini da Fidenza. Pardon, da Mosca.

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