Il sigillo del più forte per zittire polemiche e malelingue dopo il pastrocchio all'italiana nella tappa dello Stelvio in cui lui, con la vittoria in Val Martello, era diventato bersaglio facile suo malgrado. Oggi però lungo i 26,8 km della cronoscalata al Monte Grappa non ci sono macchie o recriminazioni che tengano, Nairo Quintana sbaraglia la concorrenza, battendo di 17" un superlativo Aru …
… (ora terzo nella generale a 3’48”) e addirittura di 1’26” il suo connazionale Uran, che mantiene la seconda piazza in graduatoria ma a 3’07” e con un margine esiguo da difendere dagli ultimi possibili assalti del giovane sardo dell’Astana. Quarto al traguardo (ed ora anche nella generale) si piazza Rolland ma il podio di Trieste al momento dista 1’38” e con le ultime montagne qualcosa potrebbe ancora accadere, il terreno c’è.
La 19a tappa ha sostanzialmente posto l’ipoteca di Quintana su questa edizione del Giro, ma prima c’è da compiere l’ultima scorribanda sulle montagne e Adriano Malori, oggi in gara senza forzare, è pronto a fare il suo dovere. Ecco l’sms dell’inviato speciale di Sportparma: “Oggi mi immaginavo che Nairo potesse vincere perché negli ultimi giorni stava bene bene. Adesso ci toccano gli ultimi sforzi per portare a casa il Giro. Domani correremo con attenzione e pronti ad eventuali attacchi, anche se credo che Nairo risponderà in prima persona. Per lo Zoncolan monteremo un 34×29, che credo servirà tutto. Poi però credo anche che da lassù, se tutto sarà andato come speriamo, vedremo Trieste, ma fino ad allora nessuno si rilasserà troppo. A domani, ciao ciao a tutti!“
Ordine d’arrivo-19a tappa Bassano del Grappa-Cima Grappa 26,8 km (cronoscalata)
1-Nairo Quintana (Movistar) km 26,8 in 1h05’37”-media 25,505 km/h
2-Fabio Aru (Astana) a 17”
3-Rigoberto Uran (OmegaPharma) a 1’26”
4-Pierre Rolland (Europcar) a 1’57”
5-Domenico Pozzovivo (Ag2r La Mondiale) a 2’24”
6-Franco Pellizotti (Androni-Venezuela) a 3’22”
7-Rafal Majka (Tinkoff Saxo) a 3’28”
8-Sebastian Henao (Sky) a 3’48”
9-Tim Wellens (Lotto) a 4’00”
10-Dario Cataldo (Sky) a 4’10”
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Classifica generale dopo 19 tappe
1-Nairo Quintana (Movistar) in 79h03’45”
2-Rigoberto Uran (OmegaPharma) a 3’07”
3-Fabio Aru (Astana) a 3’48”
4-Pierre Rolland (Europcar) a 5’26”
5-Domenico Pozzovivo (Ag2r La Mondiale) a 6’16”
6-Rafal Majka (Tinkoff Saxo) a 6’59”
7-Cadel Evans (BMC) a 9’25”
8-Wilco Kelderman (Belkin) a 9’29”
9-Ryder Hesjedal (Garmin Sharp) a 10’11”
10-Robert Kiserlovski (Trek) a 13’59”
11-Alexis Vuillermoz (Ag2r La Mondiale) a 22’33”
La 20a e penultima tappa, la Maniago-Monte Zoncolan di 167 km, sancirà virtualmente vincitore e podio finale del 97° Giro d’Italia prima del carosello di domenica a Trieste dove i velocisti che saranno sopravvissuti al “Mostro” carnico si prenderanno la scena per l’ultima volata.
Come detto però prima bisogna confrontarsi con una frazione che fa paura a tutti ma che paradossalmente non dovrebbe stravolgere troppo una classifica ora ben delineata dopo la cronoscalata del Monte Grappa.
Si parte dalla pianura in provincia di Pordenone e per i primi 80 km il profilo altimetrico non varierà ma si inizierà a salire per il primo dei 3 gpm in programma dal km 90, quando si affronterà il Passo del Pura (1428 metri), un prima categoria di 11,3km al 7,7% medio, con punte al 13%. Da quel punto salita e discesa si alterneranno fino al traguardo, passando per la Sella Razzo (seconda categoria, 1811 metri, 15,9 km al 5,2% medio, punte al 15%) prima della picchiata su Ovaro da cui poi comincerà l’ascesa ad una delle scalate più dure d’Europa, il Monte Zoncolan. Da quota 530 si dovrà raggiungere quota 1730 nello spazio di 10,1 km alla media dell’11,9% e rasoiate al 22%. Numeri terrificanti che si commentano da soli per una salita scoperta al Giro solo recentemente: nel 2003 Simoni domò lo Zoncolan, conquistando poi anche il Giro, nel 2007 lo scalatore trentino bissò quell’impresa (dal versante opposto), poi arrivarono i successi di Basso nel 2010 (che poi vinse la corsa rosa) e del basco Igor Anton che trionfò in vetta davanti a Nibali e Scarponi, quest’ultimo vincitore a tavolino di quel Giro dopo la squalifica di Contador.
È vero che nel ciclismo tutto è possibile e che la crisi, con tanto di clamorosi ribaltoni, è sempre dietro l’angolo o dietro ogni tornante, ma dopo 3 settimane intense a livello psico-fisico le energie rimaste sono ridotte al lumicino e potrebbe prevalere più la paura di saltare che la voglia di compiere l’impresa. Vedremo cosa succederà.