Trecento karateka dai cinque agli over sessant’anni hanno affollato il Palazzetto dello Sport di via Silvio Pellico a Parma, nella giornata di ieri, in occasione del primo trofeo di karate tradizionale “Angiol d’Orâ€.
Giovani e giovanissimi allievi delle scuole Fikta (Federazione italiana karate tradizionale e discipline affini) sono arrivati in città dalle province di Parma, Reggio Emilia e Modena per partecipare alla sesta edizione del Campionato intersociale, un appuntamento annuale atteso dai praticanti, promosso dall’associazione culturale “La Rosa e il Crisantemo” di Reggio Emilia e organizzato quest’anno per la prima volta dall’associazione sportiva dilettantistica Shun ku kan Parma di Luca Mossini, dall’asd Shin nen dojo di Diego Mainardi (Parma) e dalla Zanshin dojo di Thomas Pavone (San Secondo).
Il programma è iniziato intorno alle 9,30 con la cerimonia del saluto e con una breve ma intensa esibizione di quattro maestri federali, che hanno eseguito un kata (forma) superiore Bassai Sho davanti ai numerosi spettatori sugli spalti del PalaRaschi. Gli organizzatori hanno fatto gli onori di casa e presentato gli ospiti: Giovanni Marani, assessore comunale allo Sport che ha dato il patrocinio, Lucio Mioni, presidente provinciale dell’US Acli che ha contribuito all’evento e Fausto Guareschi, abate del Tempio zen Fudenji di Bargone (Salsomaggiore Terme). Marani ha sottolineato l’importanza di far conoscere culture diverse e si è dichiarato <<orgoglioso di ospitare a Parma i karateka e tutto ciò che rappresentano>>; sulla stessa linea l’intervento di Mioni che, auspicando una collaborazione con altre società di karate Fikta della provincia per portare a più persone il messaggio dello sport, ha parlato di <<una giornata importante dal punto di vista della socializzazione, perché incentrata su una disciplina educativa>>. Particolarmente suggestive infine le parole dell’abate Guareschi, un’autorità anche nell’ambito delle arti marziali per la sua passata esperienza di atleta. Citando lo scrittore James Hillman e la sua opera “Un terribile amore per la guerra”, dove la battaglia è vista come una pulsione primaria dell’essere umano e l’amore per essa diventa “folle”, ha affermato che <<riunioni come questa hanno il carattere del sacro e spero che i giovani ne colgano tutta la magia. Qui si entra in una dimensione diversa che non dimenticheranno mai nella loro vita, in una cultura alla quale spero che i nostri amministratori si dimostrino sensibili perché è generosa e racchiude qualcosa in più dello sport>>.
Come la sontuosa cornice di un quadro d’epoca, le parole introduttive si sono affiancate a un emozionante concerto di tamburi giapponesi taiko, strumenti antichi utilizzati nella tradizione per comunicare con gli dei, per cacciare, per infondere coraggio in battaglia.
“Caricati” dal suono dei tamburi, i partecipanti – suddivisi per fasce d’età e colore della cintura – si sono cimentati in prove di kata e kumite (combattimento) dichiarato. Le gare, presiedute da arbitri federali, sono terminate nel pomeriggio.
Al successo dell’iniziativa, che ha avuto come partner Bia Garden Store, ha contribuito, oltre all’US Acli di Parma, anche l’associazione musicale culturale Nausica Opera International.