Il giovane flanker dei Crociati Rugby dall'esordio in Eccellenza a quello nell'under 20 azzurra. "Mi sono sentito un po’ realizzato per l’impegno di tutti questi anni ma non è un punto di arrivo".
Da piccolo aveva fatto nuoto. Da maggiorenne il salto dal trampolino. Rugbystico. E ha fatto un bel balzo Davide Rimpelli. Reggiano di nascita anche rugbystica, abitare non distante dagli impianti della “Canalina” sede della Rugby Reggio è stato come essere folgorati sulla via di Damasco, è poi emigrato a Parma. Zona Noceto, per seguire le orme del “suo” tecnico Federico Maida. Veste il gialloblù nocetano dall’U17, un’ottima stagione 2011/12 con l’Under 20 dei Crociati e la scorsa estate il salto in Eccellenza. Entrato nel XV crociato con gradualità, si è fatto subito notare in particolar modo per i placcaggi e per la determinazione aumentando le presenze. «Ho avuto la fortuna di giocare tanto e di fare anche qualche buona partita – osserva -. Placcaggi e punti d’incontro sono i miei preferiti. La difesa è il mio ruolo, poi è il primo anno seniores per cui a livello fisico ci sto lavorando tutti i giorni in palestra».
Poi arriva il raduno di Parma dell’Under 20 azzurra, l’ultimo prima del 6 Nazioni di categoria. Guidi lo convoca, quindi lo conferma. La modestia fa dire queste parole al flanker ventenne, tra due mesi esatti: «Ho avuto la fortuna che nell’amichevole durante il raduno di Parma ho giocato una gran partita e sono stato convocato per il Torneo». La fortuna, in questi casi, la si conquista e lui lo ha fatto, anche con le buone prestazioni col club. Passare dall’Amatori U20 al Prato e da questi alla Francia U20 è stato un attimo. Un attimo come il suo 6 Nazioni: da sostituto con la Francia a titolare in Scozia e poi a fare da spettatore, anche da casa. Un punto di partenza per uno come lui che non ha frequentato Accademie federali e che non ha fatto tutta la trafila nelle nazionali giovanili. «Venire praticamente dal nulla e vestire la maglia dell’Under 20 azzurra è stata una grande soddisfazione. Mi sono sentito un po’ realizzato per l’impegno di tutti questi anni ma non è un punto di arrivo. Spero di tornarci ancora, l’esclusione in corso mi ha fatto tornare a lavorare per migliorarmi ancora di più».
Ora il suo pensiero è tutto ai Crociati e a questo finale di stagione che si prospetta come il tappone dolomitico per un velocista. «Stagione difficile e quello che c’aspetta è ancora più difficile. Alcune sconfitte sono state frutto soprattutto dell’inesperienza. Cattiveria e voglia di giocare ce l’abbiamo sempre messa, il morale lo teniamo su. Abbiamo cominciato a segnare più mete e quindi siamo un po’ più consapevoli dei nostri mezzi. Spero di salvarmi e avere l’opportunità di giocare ancora in Eccellenza».