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il giornalista milanista Carlo Pellegatti ospite a PARMATALK 15a puntata 27.01.2025

Parma Calcio

Pellegatti a SP: «Il ko col Milan, Djurić, Pecchia e Cherubini: ecco cosa penso del Parma»

Pellegatti a SP: «Il ko col Milan, Djurić, Pecchia e Cherubini: ecco cosa penso del Parma»

Il noto giornalista e telecronista Carlo Pellegatti, esperto di cose di casa Milan, è stato il super ospite della 14ª diretta streaming di “PARMATALK” (clicca qui per vederla), webshow in onda su SportParma.

Lo storico reporter rossonero ha così analizzato il ko dei Crociati a San Siro, subito in rimonta in modo rocambolesco oltre il 90′: «Il calcio è questo: a volte ti va bene, a volte meno bene. Devo dire che se fossi stato un tifoso del Parma sarei uscito ancora più amaro: non c’erano i prodromi, i germogli e l’idea perché il Parma andasse a pareggiare, non dico a perdere! Non c’erano le basi: quando ti aspetti il gol, perché c’è una squadra che preme e spinge e il portiere fa grandi parate, ok. Ma ieri (domenica, ndr) no: Suzuki grande parate non ne ha dovute fare. Ecco che aumentano i rimpianti, perché sembrava che il peggio fosse passato. Se mai il peggio ci sia stato, perché il Milan in tutta la partita ha tirato una volta soltanto. Infatti, i tifosi del Milan “festeggiano” che si sia recuperato, davanti in classifica vanno molto piano. Ma se non hai alla base il gioco non vai lontanissimo: a Milano ci auguriamo che il gioco possa progredire. Ieri (domenica, ndr) veramente poco».
Hanno fatto discutere in casa Parma i cambi operati da mister Pecchia. «Non so che cambi avesse alternativi a questi – ha detto Pellegatti –. C’è da dire che ha messo giocatori molto giovani. Sai, metti tre esperti… Ha messo giocatori molto giovani: avesse messo un Kjær, avrebbe sistemato le cose. Ma è sempre facile dirlo dopo».

Il giornalista di fede rossonera – che nel corso del talk ha rivelato di avere, per metà, origini parmensi (madre bussetana) – si è inoltre soffermato sulla prima performance del nuovo acquisto crociato Milan Djurić: «Ha trovato un Pavlovic che, quando gioca così è dura per tutti: risicato, bravo nell’anticipo. Il Parma ha comprato Djurić, ma se non lo alimenti con un po’ di cross… E i cross mi sembra che non ne siano arrivati ieri. Io ricordo ancora un suo gol di testa al Milan con la Salernitana: tuffo, rete. Djurić, assieme a Pavoletti e a Milinkovic Savic, quando giocava ancora per la Lazio, è il più forte colpitole di testa del campionato italiano. Senza dubbio». E ancora: «Il Parma lo seguo da tanti anni: non è che Pecchia ami a tutti i costi il centravanti, preferisce quello di manovra con gli inserimenti. È un po’ guardiolesco: poi, però, a Guardiola hanno regalato Haaland e Guardiola ha detto “Alt, un momento: forse il centravanti ci va bene!”».

Inoltre, si è parlato a lungo delle proprietà americane nel calcio italiano e dei loro usi e costumi non ancora “al passo” (o forse già troppo avanti) con il calcio italiano. «Se le cose vano bene, puoi far passare molte cose. Però: kiss camera, dj molto allegro, musica alta… è un po’ troppo. Gli americani devono capire di adattarsi alla mentalità. Loro non hanno la retrocessione, loro passano due ore belle a vedere baseball, basket, ecc. Da noi è diverso: non dico sia meglio o peggio, dico che è diverso. Se qui le persone ritengono che, come diceva Arrigo Sacchi, “il calcio è la cosa più importante delle cose meno importanti”, devi adattarti. Anche al Milan, con tutti questi orpelli molto entertainment, devi avere il buon gusto di capire dove stai operando. Detto questo, le proprietà americane non stanno avendo un grande successo. Ho seguito Krause: adesso un po’ meglio, all’inizio campagne di rafforzamento un po’ così. E infatti poi le ha pagate il Parma, poi per fortuna ha ritrovato una strada e la Serie A è diventata di conseguenza. Vero, devono capire che da noi è diverso. Non è facile. Allora, in questi casi, l’ideale è com’è stato il Milan che ha vinto lo scudetto: Pioli, allenatore italiano; milanista Maldini; esperienza Massara; Gazidis, grande dirigente; e poi Furlandi, a Londra, per amministrare la situazione ed essere il punto di riferimento. Era il mix perfetto» ha argomentato Pellegatti.

Il giornalista milanese, infine, è intervenuto anche sull’arrivo a Parma del nuovo amministratore delegato Federico Cherubini, ex Juventus: «Mi sembra molto importante. Non so bene i gangli del Parma, però direi che è un bell’acquisto: ha l’esperienza di una grande squadra, di un grande club, di una grande organizzazione. Mi sembra un’ammissione di colpa: l’importante non è capire se è tardi o presto. Lasciamo stare il passato, ora si lavora con questa veste. Detto questo, non conosco la voce di Krause. Non l’ho mai sentita, come quella di Jerry Cardinale. La comunicazione a livello dirigenziale è uguale al Milan come al Parma: a loro non interessa. Se va bene, è così. E, se non interessa, non sentono la necessità di farla. Non parlano, non parleranno».

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