Diciotto anni da compiere il prossimo 1° febbraio, ma forse il giorno dell’età adulta per Elia Plicco sarà quello di domani, quando potrà godersi la sua prima volta in Serie A. Probabilmente a bordo campo, con un po’ di fortuna – chissà – magari anche al suo interno.
A pochi giorni dal Natale, la convocazione con il Parma è il miglior regalo che potesse desiderare. È in crociato da 8 anni, proprio come il compagno e coetaneo Nicolas Trabucchi, ma mai come domani all’Olimpico, contro la Roma, il classe 2007 capirà l’importanza di indossare la maglia crociata, anche se solo dovesse restare nascosta sotto al giaccone in panchina. Per un parmense d’origine, poi, la gioia e la voglia di emergere sarà ancora più forte. Elia è nato a Fidenza, risiede a Rubbiano ma la famiglia è fornovese al 100%.
Proprio in val di Taro ha mosso i primi passi da giovane calciatore, dopo gli esordi promettenti in un’altra disciplina: il nuoto. Già in tenera età, da tesserato della ASD Nuotatori Fornovo, aveva scalato i campionati nazionali indoor fino al 3° posto nello stile delfino. Ma alla vasca ha ben presto preferito la corsa sul campo da calcio, dove ha saputo esprimersi al meglio. Futura 2015 e Juventus Club Parma lo hanno visto tirare i primi calci, il Parma Calcio lo ha fatto crescere e diventare un atleta sotto la guida di sei allenatori: dal primo mister, Dario Milone, all’ultimo Mattia Bernardi, passando per Andrea Zandonai, Giuseppe Manarin, ancora Zandonai, poi Riccardo Nizzola e, quindi, Giovanni Valenti.
Tanti mentori, un solo mito: Jude Bellingham. Il ruolo più o meno è lo stesso dell’inglese in forza al Real Madrid. Plicco ama giocare tra le linee, da rifinitore alle spalle della punta, dove ha giocato anche le sue 7 partite con l’Italia Under 16 (alle dipendenze del CT Daniele Zoratto) e le 6 con la nazionale azzurra U17. Eppure, non è un «10» tout court: il suo numero di maglia preferito è l’8, quello che porta sulle spalle Nahuel Estévez. Un esempio da cui attingere: disponibilità, professionalità e voglia di lavorare i primi segreti da carpirgli.
Chi conosce bene Plicco sa che, se il sistema di gioco non prevede un trequartista, lui è pronto a defilarsi sull’esterno offensivo o abbassarsi a centrocampo da mezz’ala, come stava accadendo in questa stagione con la Primavera, allenata da Nicola Corrent. L’esperienza con l’U19 gialloblù (18 presenze, 1 gol e 2 assist in un anno e mezzo) gli avrà consentito di trarre ispirazione anche da un altro idolo, stavolta locale: Simon Sohm. Lo svizzero è il giocatore che più rispecchia le sue caratteristiche e con il quale ha potuto condividere a stretto contatto la prima settimana di allenamenti tra i “grandi”.
Tre allenamenti (fra mercoledì, giovedì e venerdì) più la rifinitura di stamane sono stati sufficienti per Pecchia a portarselo con sé a Roma. Poi, comunque andrà, per il fornovese Plicco – studente al 5º anno del liceo “Bertolucci” – sarà come l’esame di maturità: un piccolo importante traguardo, da cui ripartire con la voglia di non sentirsi arrivato. Lui come Trabucchi – ancora una volta insieme – per diventare i prossimi alfieri del made in Parma in un club che, dopo tante lingue straniere, sta iniziando a masticare anche un po’ di dialètt pramzàn.