La modernità del calcio dei giorni nostri impone elasticità e trasformazioni. Concetti che Fabio Pecchia ha inculcato nella testa dei suoi giocatori dopo una stagione e mezza alla guida del Parma.
Lo si capisce – ad esempio – dalla facilità con cui la squadra riesce a passare da un modulo ad un altro durante il corso di una partita. Movimenti rodati, pressing, schemi studiati e giocate a memoria. Un’orchestra armoniosa.
Due moduli in uno: il 4-3-3 che si trasforma in 4-2-3-1. Una fase difensiva compatta e una fase offensiva rapida. Impostazione dal basso, terzini alti, centrocampisti intercambiabili, un trequartista moderno, esterni offensivi a piedi invertiti e una punta variabile (falso nueve e prima punta).
In questi meccanismi attaccare gli spazi è un obbligo “militare”, altrimenti il giocattolo non può funzionare, come ha spiegato l’ex Gigi Apolloni ai microfoni di Sportparma nel corso dell’ultima puntata di Parmatalk: “Pecchia ha dei giocatori bravissimi ad adattarsi, vedi Bonny e Sohm che sanno dare equilibrio alla squadra, con qualità fisiche importanti. Proprio per le qualità dei giocatori a disposizione del Parma si passa dal 4-3-3 al 4-2-3-1 durante la partita in base alla fase offensiva o difensiva. Po ici sono dettami tattici e compiti difensivi specifici che costruiscono un equilibrio. E’ bello vedere il Parma. Pecchia è bravo a far capire ai giocatori quanto è determinante dare una mano alla difesa”.