La vittoria, il clean sheet, il settimo punto raccolto nelle ultime tre trasferte sono il bottino che il Parma si porta via con sé da Reggio Calabria.
C’è poi un altro aspetto positivo, che prescinde dal risultato, che la gara di ieri ha restituito con piacere ed entusiasmo alla squadra e ai tifosi ducali. Il ritorno in campo di Elias Cobbaut. Il 25enne difensore belga, riscattato la scorsa estate dall’Anderlecht (per 3 milioni circa), era stato in infermeria praticamente fin da principio: il nuovo mister Fabio Pecchia, di fatto, aveva dovuto rinunciarvi già il 9 luglio, al quarto giorno di ritiro a Pejo, a causa di un trauma distorsivo al ginocchio sinistro.
Da quella data il lungo stop, l’intervento in artroscopia effettuato a metà settembre e un’assenza assordante. Un calvario quello di Cobbaut – che era tornato in gruppo a fine novembre per i primi allenamenti sui campi del centro sportivo di Collecchio – durato 238 giorni. Anche se, tuttavia, l’ultima gara giocata risaliva ancor più indietro nel tempo: 6 maggio 2022 la sua ultima partita, a Crotone (0-1).
Contro la Reggina, ieri, Pecchia lo ha fatto salire dalla panchina durante l’intervallo, concedendogli i suoi primi 45 minuti (più 5 di extra time) di questo campionato, al fianco del giovane Circati. Trentesimo giocatore utilizzato in questa Serie B, il ragazzo di Mechelen, che era stato uno dei Crociati più presenti della stagione 2021/2022 (ben 3149′ giocati in 35 presenze), ha risposto bene contro Menez e soci, non concedendo spazi in marcatura e fornendo una prestazione solida e convincente, senza alcuna ruggine. Come se la lunga inattività non ci fosse mai stata.
D’ora in poi, ritrovata poco a poco la migliore condizione, Cobbaut sarà la “nuova” e preziosa carta in più nel mazzo in mano al tecnico di Formia che, oltre a pensarlo come alter ego di Valenti (assente a Reggio Calabria per squalifica, ndr) da centro-sinistra della difesa, potrebbe anche utilizzarlo proprio insieme all’argentino, dirottando l’uno o l’altro nel ruolo di laterale mancino e giocandosi così il “jolly” Ansaldi in qualsiasi altra posizione del campo.