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Parma Calcio

IACHINI: «In altre stagioni saremmo stati a 3/4 punti dai playoff»

IACHINI: «In altre stagioni saremmo stati a 3/4 punti dai playoff»

Mercoledì di campionato per il Parma che, dopo la trasferta di Cosenza, si prepara a ospitare domani pomeriggio il Como.

Al “Tardini” si sfideranno due squadre in salute e imbattute da diverso tempo: i Crociati hanno costruito una serie utile di 8 gare (5 pareggi, 3 vittorie), i Lariani non perdono da 4 (2 vittorie, 2 pareggi) e sono reduci dai preziosi successi su Perugia e Monza. Nonostante questi numeri, la classifica dice che per entrambe l’obiettivo playoff sarà difficile da raggiungere: con 44 punti il Como è undicesimo, il Parma quattordicesimo a 42.

Questa mattina, alla vigilia dell’appuntamento di campionato, il mister del Parma, Beppe Iachini, ha parlato in conferenza stampa; queste le sue risponde ai giornalisti presenti, tra cui anche noi di Sportparma.com.

GLI INFORTUNATI «Abbiamo l’allenamento di oggi, verifichiamo un po’ tutti. Mi baserò sulla base della condizione dei singoli; valuteremo bene fino a domani mattina. Buffon? Fino a ieri ha lavorato in maniera differenziata, oggi verranno fatti ulteriori accertamenti; poi, si deciderà con lo staff medico e con il ragazzo cosa è più opportuno fare. Ma di quelli che abbiamo fuori è l’unico che ha qualche chance di recupero».

RITMI ELEVATI «Quando sono arrivato bisognava mettere a posto diverse cosine. Avevamo parlato di febbraio-marzo come mesi in cui tirare un bilancio. Siamo migliorati molto sotto tanto aspetti, anche se un po’ in ritardo. Purtroppo, non erano state messe in preventivo alcune cose e non ci aspettavamo diversi episodi sul nostro percorso: le traverse, i pali, i gol che non abbiamo fatto… Ma nei numeri la squadra è cresciuta tanto, e nella fase difensiva e nella fase offensiva, valorizzando tanti giovani; quindi, il percorso è corretto. Nelle stagioni passate saremmo stati a 3/4 punti dalla zona playoff. Ma davanti stanno avendo un passo molto elevato e alto; nonostante l’ottavo risultato utile consecutivo e le buone prestazioni anche nelle sconfitte con Cremonese e Ternana, non siamo premiati dalla classifica. La squadra ora è squadra. Intanto, viviamo la giornata e pensiamo a ogni partita per giocarci le nostre gare e per rendere orgogliosi i nostri tifosi: questa dev’essere la nostra mentalità e il nostro atteggiamento. Abbiamo ancora tempo 6 partite per avvicinarci il più possibile alla zona playoff».

GLI STRANIERI «Le difficoltà possono esserci sul piano della lingua e dell’atteggiamento. Basti pensare a Platini o Zidane a quanti mesi ci hanno messo per ambientarsi nella Juventus… Può capitare: sono giocatori che vengono da un calcio diverso dal nostro, con metodologie di gestione differenti. Nel momento in cui entri a far parte di un campionato dove la cura del dettaglio possono cambiare le differenze si sentono, non solo a livello di lingua, modo di vivere e amicizie, ma anche ovviamente sotto l’aspetto del lavoro. Questo vale un po’ per tutti gli stranieri, anche quelli più esperti. Il Parma ha fatto fare un percorso di crescita a tutti i giocatori della squadra, dal primo all’ultimo. Il lavoro intrapreso è corretto, lo si vede ad occhio nudo».

BERNABÉ «Mi sono capitate tante situazioni simili alla sua. Benaccer all’Empoli giocava trequartista, ora è un punto fermo del Milan davanti alla difesa. Bernabé a volte giocava da terzino, a volte da trequartista, a volte da esterno alto: è servito convincerlo a lavorare sulla tattica individuale ed entrare nella testa e nel cuore del giocatore, abbiamo fatto un percorso di lavoro insieme che sta dando dei frutti. Adrian è stato 7/8 mesi fuori dai campi, ora sta tornando a un livello di condizione fisica ottimale; l’ho ritrovato un mese e mezzo dopo il mio arrivo, ma quando l’ho visto in campo avevo intravisto le potenzialità per fare questo ruolo. Apprezzo la sua crescita, ma anche quella di altri ragazzi giovani che stanno migliorando sotto l’aspetto della tattica individuale e di reparto. Bisogna continuare a insistere, perché sono ragazzi con caratteristiche importanti a livello tecnico. Ci vuole sempre umiltà, perché il loro percorso è appena iniziato e nel calcio non si può avere tutto e subito: però, dobbiamo arrivarci con il Parma, nell’immediato e nel futuro».

COMO, PROSSIMO AVVERSARIO «Il Como sta bene, ha battuto Perugia e Monza. Hanno variato qualcosina a livello tattico; hanno qualità e sono una squadra pericolosa, con un buon mix di esperienza ed entusiasmo. Hanno un contesto di squadra che ha guadagnato la promozione dalla C e nella quale hanno inserito alcuni giocatori che in B gli stanno facendo fare un percorso di un certo tipo. Sarà una partita difficile, la squadra lo sa. Noi dobbiamo darà continuità. Alla fine poi tireremo le somme. Il grande peccato è che quest’anno siamo incappati in una stagione in cui in fondo alla classifica sotto stanno facendo pochissimi punti: non dimentichiamo che il Crotone, partito per vincere il campionato, in zona retrocessione. Siamo usciti con 5 pareggi da queste 8 partite e non sono stato contento: avremmo potuto vincere più gare, ce lo saremmo meritati. Negli altri anni il campionato non è mai stato così difficile: quest’anno le squadre di testa stanno viaggiando a ritmi altissimi. Mentre in basso la quota salvezza si è abbassata, perché fanno pochi punti. Noi siamo stati un pochino in ritardo; però oggi abbiamo raggiunto una mentalità e un’organizzazione che ci consentirebbe di entrare nei playoff, per questo c’è un po’ di rammarico».

OBIETTIVO 60 PUNTI «Se sarei contento e soddisfatto di arrivare 60 a fine stagione? Eh, certo… (ride, ndr). Però siamo andati a Pisa per vincere, a Monza per vincere… E non ci siamo riusciti. Qualche difetto ce l’abbiamo. Mi è piaciuta però la reazione della squadra che in settimana ha sempre lavorato con forza. Poi, negli episodi della partita c’è il giudizio se il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto: se al 97′ la palla va sulla traversa, siamo tutti un po’ meno bravi; se, invece, va dentro, abbiamo fatto un grande risultato e una grande rimonta».

I CAMBI NON INCIDONO «A volte può accadere. Anche i giocatori che subentrano non hanno le stesse condizioni di inizio partita; dipende anche da quello che sta facendo la squadra in quel momento. Poi, va monitorata un’altra cosa, quest’anno ci sono 5 cambi: è un vantaggio, perché ti può permettere di inserire forze fresche. Però, nei 5 cambi quanti riescono a entrare nella maniera più giusta? Sta nelle percentuali. Tanti allenatori i 5 cambi non li sfruttano, non è detto che sia sempre una cosa positiva, non tutte le squadre possono permettersi un eguale ricambio tra chi entra e chi esce. La nostra ottico sempre quella di mantenere una squadra che abbia un baricentro di un certo tipo, una certa offensività, una certa pericolosità. L’episodio del rigore a Cosenza (dove si vede che Benedyczack non ha toccato l’avversario), ai ragazzi ha messo una certa paura, anche a quelli che sono entrati. Poi, pian piano abbiamo ripreso coraggio e siamo andati alla ricerca del terzo gol con più convinzione e ci siamo riusciti. Questo fa parte della personalità che si acuisce con un percorso di crescita».

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