Una squadra incompleta, con grandi nomi e grandi buchi.
Il Parma visto ieri sera contro il Brescia ha confermato per l’ennesima volta i sospetti di inizio stagione, le scelte discutibili del mercato estivo (fuori rosa compresi), la gestione del gruppo e un’allarmante distacco dalla realtà del campionato di serie B.
Un Parma inadeguato per questa categoria, con una rosa extra large ma piena di giovani che fino ad oggi hanno dimostrato di non essere all’altezza della situazione. Dopo 15 partite ufficiali e 18 punti in classifica (+3 sulla zona playout) nessuno deve scandalizzarsi se usiamo la parola “fallimento”. Su tutta la linea, dalle scrivanie dei dirigenti al campo, per finire all’infermeria. Se qualcuno ha ancora dei dubbi è sufficiente rileggere i numeri della gestione americana: 38 punti e 29 sconfitte in 53 partite tra serie A e B.
Un disastro senza fine accompagnato da prestazioni umilianti, senza carattere (vedi il primo tempo di ieri) e con il cervello intasato di problemi e pressioni. Il tutto ricoperto da una montagna di milioni, quelli spesi da Krause per allestire una squadra che non è una squadra, come ha detto il difensore brasiliano Danilo ieri sera nel post partita. E’ questa la certezza, purtroppo: dopo 5 mesi il Parma non è una squadra. O meglio: è una squadra senza le caratteristiche di una squadra di calcio. Senza un’idea di gioco e senza carattere, imbottita di giocatori che ci hanno “venduto” come possibili futuri campioni solo perché sono stati pagati un occhio della testa. E invece….
Il Parma non ha un’identità, a differenza di gran parte delle altre squadre di serie B, vedi il Brescia di Pippo Inzaghi. Le responsabilità di questa situazione vanno ritrovate nelle stanze dei bottoni, a partire dal presidente Kyle Krause che evidentemente non ha ancora capito cos’è il Parma e il calcio italiano. Spendere più degli altri non significa vincere, anzi si rischia di essere derisi da tutta Italia, come sta accadendo in questi mesi, perché in campo vedi gli avversari che vincono, corrono e lottano di più.
Questo scempio sta facendo danni enormi, sta allontanando il Parma dalla sua gente (solo 3mila abbonati), sta umiliando la storia di una società che è nella top20 dei club che hanno collezionato più titoli europei. Un dettaglio, quest’ultimo, che da solo basterebbe a onorare una maglia gloriosa. Forse qualcuno lo ha dimenticato, o forse ha letto la pagina sbagliata di Wikipedia confondendo il Parma per il Poggibonsi (con tutto il rispetto per il Poggibonsi).
Scherzi a parte, la speranza di rientrare in carreggiata e disputare un campionato dignitoso risiedono tutte in Beppe Iachini: si spera che un allenatore della sua esperienza riesca a inculcare un altro modello di calcio. Un modello più consono ad una squadra di pallone e ad una maglia gloriosa come quella crociata.