Ultimo appuntamento della stagione con “Il Gede Risponde”, la storica rubrica di Sportparma.com del lunedì firmata dall’ex tecnico del Parma Pietro “Gedeone” Carmignani.
Inevitabile fare un bilancio della stagione appena conclusa, della retrocessione del Parma e dei progetti futuri, oltre ovviamente al resto della 38a giornata di serie A che ha emesso gli ultimi verdetti Champions.
Il Parma chiude la stagione con la nona sconfitta di fila e con una sfilza di record negativi. Qual è il suo giudizio finale?
“C’è poco da commentare, c’è da tirare una riga sopra e ripartire. Nove sconfitte consecutive, incredibile, ma come si fa ad esprimere un giudizio davanti a questi numeri? Il Parma ha chiuso il campionato con soli 20 punti, roba da non crederci. Ci sono state partite che potevano svoltare la stagione, invece il pareggio di Sassuolo, ad esempio, è stato uno spartiacque, anche se non si può giustificare tutto con una sola partita”.
Quanto ha influito la rivoluzione estiva sul rendimento della squadra?
“I cambi di società e i cambi tecnici sono sempre rischiosi, ma Nuovo Inizio voleva lasciare. Generalmente i cambi si fanno quando le cose non vanno bene. La proprietà americana ha speso grandi cifre con una pandemia ancora in corso, ma le decisioni prese non hanno prodotto i risultati che si sperava. E’ venuta fuori una stagione disastrosa, chiusa con soli 20 punti in 38 partite, anche il Crotone ha fatto meglio di noi e non solo in termini di risultati ma anche come gioco espresso.
Troppe idee diverse all’interno della società che non hanno pagato. Sono stati spesi tanti milioni senza ottenere alcun risultato. Così come non è servito il cambio dell’allenatore (Liverani-D’Aversa), ma sinceramente in estate era imprevedibile pensare al Parma ultimo in classifica. Insomma, ci sono state molte scelte sbagliate, su tutti i fronti”.
Intanto il presidente Krause ha cominciato la rivoluzione…
“Credo sia arrivata gente preparata, conosco personalmente Filippo Galli e posso dire che è una garanzia di serietà e professionalità. Lui, Ribalta e gli altri devono essere messi nella condizioni migliori, altrimenti i nomi non bastano a fare una grande squadra. Diciamo che le premesse mi sembrano ottime. Sono in ritardo con la scelta del nuovo allenatore, oppure lo hanno già scelto e non lo vogliono dirlo; la speranza è che non si ripetano gli stessi errori dell’ultima annata e soprattutto che ci sia una visione unica tra presidente e dirigenti, altrimenti la stagione in corso non avrà insegnato nulla”.
Si preannunciano giorni molto caldi sul fronte allenatori, molte squadre cambieranno guida tecnica…
“Sì, decisamente. Sarà una stagione con tanti cambi in panchina, probabilmente sarà un record. Ranieri, Semplici, Gattuso, Iachini…. Tante situazioni incomprensibili da fuori. C’è il ritorno di Mourinho, quando è stato all’Inter poi Moratti è stato costretto a vendere la società per i tanti debiti. I club vengono da due stagioni senza introiti, non sarà facile. Non è tanto l’allenatore ma quanto questo ti fa spendere e quali giocatori puoi prendere. Comunque, la separazione tra la Sampdoria e Ranieri è incomprensibile, così come quella di Juric dal Verona”.
Si aspettava che Milan arrivasse secondo e il Napoli fuori dalla Champions?
“La lotta Champions ha tenuto in vita il campionato fino alla fine. Non è andata in Champions la squadra che nessuno si aspettava, il Napoli. Un verdetto sorprendente. Certo che la Juventus ha affrontato un Bologna che non ha giocato, senza velleità, a differenza del Napoli che ha giocato con troppa tensione contro un Verona che invece ha giocato la sua partita fino in fondo.
Il Milan ha fatto una gran partita con la sua organizzazione e una grande difesa, senza dimenticare i tanti assenti, senza Ibra, cioè senza l’uomo da area da rigore.
Se Ibra è in tribuna non può essere un capo gruppo, questa è una considerazione che deve valere per il prossimo anno. Il Milan deve chiedersi quante partite può giocare Ibra in una stagione., anche perché a un certo punto i rossoneri si sono trovati senza attaccanti, Pioli ha vinto con l’organizzazione e un grande Donnarumma”.
E la Juventus?
“il bilancio stagionale della Juve è una Supercoppa e una Coppa Italia, ma in campionato ha rischiato seriamente di non andare in Champions. Adesso non so cosa farà la dirigenza con Pirlo, ma a volte certi risultati si ripercuotono sull’annata seguente. Bisogna essere bravi a giudicare la prestazione della squadra al di là dei risultati”.
In conclusione, che campionato è stato? Senza tifosi, con tante partite ravvicinate… si può parlare di stagione “falsata”?
“Il campionato 2020-21 non è stato uguale agli altri, l’assenza di pubblico e il calcio spezzatino non è come quando giocano tutti in contemporanea e il campionato è più veritiero. Purtroppo da questo problema non ne vieni fuori perché le televisioni comanderanno sempre; loro vogliono più partite in più giorni.
Non c’è stato il tempo di preparare la stagione, non c’è stata la preparazione e non c’è stato il tempo necessario per recuperare le energie. Certe squadre possono averne risentito più di altre. Altre ne hanno usufruito, come l’Inter, perché erano già rodate. Il Milan ha meritato il secondo posto, nel girone d’andata è sempre stata in testa e ha giocato molte partite senza Ibrahimovic. Cosa avrebbe fatto l’Inter senza Lukaku? Ha meritato il secondo posto più dell’Atalanta che ha giocato un calcio più bello ma senza i problemi degli altri.
La Roma ha fatto un campionato sotto le aspettative, un po’ come la Lazio che si è persa nel momento decisivo. Il Sassuolo è la squadra che ha giocato meglio. C’è da apprezzare il lavoro di Ranieri e Ballardini. Un plauso allo Spezia e al lavoro di Italiano. Deludente il cammino del Torino che ha raddrizzato la stagione solo nel finale, dispiace per il Benevento che aveva fatto un grande girone d’andata ma nel ritorno ha vinto solo una volta contro la Juve”.