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Manenti accerchiato, scenari di decadenza e contestazione

Manenti accerchiato, scenari di decadenza e contestazione

Scenari di decadenza. Un’intera città depredata, svogliata, derubata e stuprata da scandali di varia natura, dalla politica allo sport, l’ultimo in ordine cronologico è quello del Parma Fc. Dopo Vignali ecco l’ennesima protesta di piazza per “cacciare” via il fantasma di turno, in questo caso Giampietro Manenti. L’uomo delle mille promesse, ma al momento senza soldi e riscontri concreti. Scene che stanno facendo il giro del mondo. Scene di un’umiliazione quotidiana che a questo punto solo i giocatori possono rendere meno drammatica, onorando il campionato fino alla fine. Regalando le ultime briciole di dignità ad una squadra e ad una tifoseria che non merita tutto questo.
Oggi, sul ring di via Repubblica, a contestare e insultare l’equivoco Manenti, c’era un gruppo di tifosi, la maggior parte di loro appartenenti ai Boys 1977. Gli unici ad essere sempre presenti, senza grandi numeri e senza bagni di folla. Gli unici a cercare di ridare un senso e una dignità alla storia secolare del Parma. Gli unici a insultare e cacciare via dalla città un uomo che fino ad oggi ha imbrogliato migliaia di tifosi e tutto il mondo del pallone. Fermo restando che le colpe del grave dissesto economico del Parma non sono sue. Ad ogni modo, quella che si è consumata oggi in via Repubblica è la cartolina sbiadita di Parma. Una città e una tifoseria in balia del niente, degli errori (colposi o dolosi) dei soliti furbetti del quartiere e della mania di grandezza dei vari presidenti che si sono succeduti negli ultimi 3 mesi. Il sospetto che ci sia stato uno e più imbrogli è un pensiero comune che attraversa la mente di tutti: troppi debiti, troppi dubbi, troppi giocatori tesserati, troppi soldi.
Un quadro in bianco e nero che toglie il respiro per la sua crudeltà. Roma-Parma rischia di essere l’ultima apparizione crociata in serie A. Il resto è un incubo senza fine, tra teatrini e contestazioni, con i Boys in prima fila e il resto del popolo crociato a sparlare, criticare e non muovere un dito. Un senso si rassegnazione che azzera tutto.

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