Fiato sospeso, fotogrammi che scorrono quasi a scatti mentre il pallone vola sopra i pali in un tempo che sembra non voler finire mai: a un minuto dall’ottantesimo il drop di Montemauri segna definitivamente il destino della Finalissima 2023, regalando il sogno-Scudetto ad un pubblico numeroso, caldo, mai stanco di incitare i propri eroi dalle tribune di un Lanfranchi gremito. Di fronte, un Petrarca che si scuce il tricolore giocando una gara intensa, superiore dal punto di vista fisico e nelle opzioni di gioco, ma poco lucido quando c’era da mettere punti dopo aver schiacciato più volte la difesa polesana dentro i propri 22.
Primo Tempo. Kick-off Padova, Faiva calcola male la traiettoria e regala la prima mischia chiusa alla Femi-CZ che tiene il possesso e testa fisicamente la linea difensiva trovando il primo penalty della serata sulla linea dei 40 metri. Montemauri non sbaglia, Rovigo avanti 3 a 0.
Il Petrarca reagisce e si installa in campo rodigino, con azioni percussive ripetute su tutto il fronte che mettono a dura prova la tenuta della linea rossoblu. SI trovano a meraviglia, in particolare, i due centri in maglia nera, con linee di corsa capaci di rompere ogni volta il primo placcaggio, forzando a recuperi in apnea gli uomini di Lodi. Al minuto 15 off-side Rovigo davanti all’acca, Lyle spara sicuro in mezzo ai pali per il 3 a 3.
Il match si scalda, con gli avanti a fronteggiarsi a muso duro e placcaggi sempre più ruvidi: Padova si impone fisicamente nel breakdown e al 23’ si guadagna il penalty del suo primo vantaggio, a firma Lyle, 3 a 6.
Al restart Bersaglieri arrembanti, Van Reenen spezza un attacco petrarchino con un placcaggio devastante sulla metà campo, sul recupero l’arbitro fischia un fallo al Petrarca, penaltouche con palla controllata in avanzamento per il guizzo di Stavile che schiaccia. Montemauri non sbaglia da posizione molto defilata, Rovigo avanti 10 a 6.
Al 34’ fallo rodigino dentro i propri 22, Padova opta per la penaltouche e imposta il drive che però la Femi-CZ tampona e va poi a controllare, trovando il fischio arbitrale a favore che fa sfumare l’azione.
La pressione delle maglie nere non lascia respirare gli avversari, costretti in trincea davanti alla propria linea fino alla fine del primo tempo, con fallo in pieno recupero: Lyle non ha dubbi, 10 a 9 e squadre al riposo.
Secondo Tempo. Padova attacca sul kick-off rodigino, ma la difesa è solida e si guadagna una punizione che sposta il gioco dentro i 22 in attacco, con la mischia nera a confermarsi decisamente in serata sulla conquista ordinata. La tensione è a mille, con entrambe le squadre a combattere sul breakdown senza esclusione di colpi.
Al 48’ fallo Padova su un multifase degli avanti rossoblu, Montemauri chiama i pali e non tradisce, 13 a 9.
Al 52’ gioco fermo e sanitari in campo per soccorrere De Masi, che placca durissimo su Tavuyara lanciato dritto per dritto ma resta a terra sull’impatto. Il centro petrarchino esce in barella tra gli applausi, al suo posto Capraro.
Al 57’ è di nuovo sfida in rimessa laterale: Padova rinuncia a piazzare un calcio facile puntando al bottino grosso, ma la difesa è nuovamente cinica a respingere trovando il calcio a favore.
L’erosione fisica e territoriale delle maglie nere non conosce sosta, al 65’ la meta sembra cosa fatta ma sul gioco a terra Rovigo è davvero abile con le mani e l’attacco è nuovamente respinto.
Ultimi 10’: il Petrarca è sempre in attacco, sfruttando una decisa predominanza fisica sul breakdown e in mischia chiusa, ma l’indisciplina negli ultimi metri prima della meta rimane un problema, mentre dall’altra parte l’attitudine al placcaggio è il vero marchio di fabbrica della serata rodigina.
Al 78’ pubblico rossoblu in delirio: Rovigo riesce a mettere la testa in campo padovano dopo una vita, gli avanti lavorano sulla verticale nascondendo la palla costruendo la base per il drop di Montemauri, schierato a zero a 35 metri dai pali. Balistica perfetta, Rovigo avanti 16 a 9 a pochi secondi dalla fine.