Presentazione ufficiale all'ombra del Battistero. Molti i parmigiani in rosa
Il cuore della città ed il cuore bluceleste: un battito all’unisono per dar inizio ufficialmente alla nuova avventura nell’esaurendo Super10. All’ombra del Battistero e presso il T-Caffè, il nuovo PlusValore Gran si è presentato alla città nel segno degli Aironi: erano infatti presenti sia il presidente del Viadana, Silvano Melegari, che del Colorno, Mario Padovani. Se nel prossimo futuro rimarranno tali, si parla insistentemente di una fusione Gran-Colorno, Andrea Bandini risponde così «Mah, può anche essere, il prossimo anno vediamo. Valuteremo i mezzi economici a disposizione, ci siederemo ad un tavolo numeri alla mano e vedremo cosa fare. Non è escluso. Bisogna cercare di ridurre i costi di tutte e tre le società per portare le risorse economiche maggiori nella nuova entità; e noi vogliamo lavorare con i giovani che stanno aumentando come numero». Parole che non dovrebbero essere difficilmente interpretabili, anche se in tema di fusioni a Parma, visti i precedenti, occorre andare con i piedi di platino.
Intanto alcuni costi potrebbero venire coperti da uno nuovo sponsor che “salterebbe il fosso” o forse potremmo anche evitare il condizionale. Pare ormai certo, anche se il ds Buraldi si trincera in un no comment ed il presidente tergiversa «Se son rose fioriranno, tra qualche giorno vediamo se la cosa va in porto» che dopo Colorno, Cariparma si legherà anche al Gran, dove pure lì vi è un settore giovanile di un certo livello con una lunga tradizione. Un travaso, quello tra Rugby Parma e Gran, che passa dagli sponsor bancari (BancaMonte-Cariparma) ai giocatori di Super10 (dal Gran alla Rugby Parma) a giocatori e tecnici delle squadre giovanili (dalla Rugby Parma al Gran).
Tutti, presidente in primis, sperano, e la cercheranno, una salvezza tranquilla «Lo spero, ma al di là di quello l’altro grande obiettivo per noi è la valorizzazione dei giovani inseriti in rosa, tutti in odore di nazionale U20 e A». Per far ciò però, Il Gran dovrà cercare di fare punti anche fuori casa, una costante negativa degli ultimi anni, soprattutto l’ultimo «E’ vero, dobbiamo fare i punti, vincere o perdere ma fare punti; questo è stato sempre il nostro debole» ammette il capitano Luciano Artal «Non guardiamo alle altre, l’importante sarebbe partire subito con una vittoria a Padova per tenere il morale alto a questi giovani». Già, giovani, alcuni dei quali potrebbero essere quasi suoi figli, lui che sulla carta d’identità porta l’anno 1974 «Sì un ruolo molto importante, non solo il mio ma anche quello di altri miei compagni che hanno molta esperienza e che dobbiamo portare a questi ragazzi». Un Artal che da oltre dieci anni è a Parma, una città che «Mi ha voluto bene fin da subito, mi ha dato sicurezza; è come se mi sentissi a casa anche se qui non ho parenti se non la mia famiglia». Per Roland De Marigny, presente con la famiglia al completo e letteralmente in brodo di giuggiole per il primogenito Christian, il primo passo verso il nuovo obiettivo personale «Non è facile passare dal campo (dove qualche apparizione la farà comunque, ndr) a tecnico, ma per me è una stato di crescita. Sto lavorando perché una cosa che ho sempre voluto è quella di diventare un grande allenatore; questo è il primo passo, impegnativo e speriamo di cominciare bene già da sabato».