L'ala delle Zebre sta disputando un buon 6 Nazioni (tre partite tutte da titolare). "Alle Zebre sto giocando molto, ho la fiducia dello staff tecnico e faccio esperienza"
Il 22 giugno dell’anno scorso aveva bagnato il suo esordio con una meta al 1’ minuto ma non aveva potuto assaporare appieno quella gioia in quanto la Scozia s’impose di un punto segnando una meta pochi secondi dopo l’80°. Per Leonardo Sarto e i suoi compagni azzurri quella di sabato scorso all’Olimpico era l’occasione per vendicare quella cocente sconfitta subita nel test match estivo a Pretoria. E invece l’esito, sempre di giorno 22, è stato lo stesso, con qualche lieve sfumatura: non una meta ma un drop, qualche decina di secondi prima dell’80°. «Purtroppo sono state due partite in cui stavamo vincendo e abbiamo perso nel finale. C’è un blocco con la Scozia, si vede: anche in Under 20 era successa una cosa simile … (a Calvisano nel 2012 con Sarto ad aprire le marcature, ndr). Nel secondo tempo abbiamo subito e li abbiamo fatti rientrare, siamo riusciti a recuperare ma alla fine abbiamo fatto tanti errori e l’abbiamo pagata» ha commentato l’ala delle Zebre in zona mista. Ora, la via per non allargare la collezione di cucchiai di legno si fa erta come la parete nord del Cervino, ma da scalare con le scarpe da ginnastica: «Le prossime due partite sono molto dure, vediamo … Una alla volta». Se il torneo azzurro finora è stato negativo, non così la partecipazione di Sarto, sempre nel novero dei più positivi: «Non lo so … Nelle prime partite ero abbastanza soddisfatto, in questa un po’ meno».
A proposito di scalate, quella di Sarto, le cui qualità si erano esaltate a livello di Under 20 con il Petrarca, è stata notevole: da che è alle Zebre ha fatto consistenti miglioramenti in diversi settori tanto da arrivare a guadagnarsi un posto da titolare in tutti e tre i match del 6 Nazioni fin qui disputati. «Speriamo di continuare la scalata perché comunque c’è ancora tanto da migliorare. Con le Zebre sto avendo molto spazio, ho la fiducia dello staff tecnico e quindi faccio esperienza». Se in campo è uno che si fa sentire sia nei placcaggi, ne sa qualcosa lo Springbok Ralepelle, che nelle proiezioni offensive, diverso è il discorso a livello “comunicazione”: la timidezza gli fa centellinare le parole, pronunciate quasi sottovoce. Il futuro è dalla sua: buona scalata.