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Rugby

Rugby: Ratuvou, Italia-Fiji e quel novembre da incubo

Rugby: Ratuvou, Italia-Fiji e quel novembre da incubo

Il figiano delle Zebre sarà  a Cremona ad assistere al test match. Era in campo in quello del 2005, in un pomeriggio che non può dimenticare

Sabato sarà allo “Zini” di Cremona per Italia-Fiji. Non in campo, però. Il centro delle Zebre Kameli Ratuvou, 31 anni il 6 novembre scorso, non è stato convocato per i test match autunnali. Non era presente nemmeno nell’ultima sfida, quella del Braglia di Modena nel 2010, vinta dall’Italia di Mallett con tanta sofferenza grazie al miracoloso piede di Mirco Bergamasco autore di un 8/8 dalla piazzola. Era in campo, invece, nel 2005 al Brianteo di Monza ove gli azzurri, allora guidati da Berbizier, s’imposero 23-8. Quel 26 novembre lo si ricorda soprattutto, e in particolar modo i figiani, per un fatto ben preciso. A Ratuvou, infatti, basta dire città e anno che dopo un’inarcata di sopracciglio: «Snow?! Ah sì, sì!». Per molti di loro la neve era alla stregua di un extraterrestre: «La maggior parte di noi veniva da un Paese caldo e la neve era una novità assoluta. Ci ha praticamente paralizzato. Nell’intervallo tanta acqua calda, caffè, tè. Era dura tornare fuori: troppo freddo. E’ stata una bella esperienza formativa per quando siamo venuti a giocare nei club europei». In quel pomeriggio brianzolo s’incrociò con tre suoi attuali compagni di squadra (Bortolami, Bergamasco e Aguero) e il team manager, Ongaro, autore di una delle due mete azzurre. Inevitabile parlare del test match in settimana. «Io dico Fiji loro Italia, normale. Per noi non sarà facile: l’Italia ha perso con l’Australia e vuole vincere a tutti i costi». C’è da dire che Fiji fuori casa non è la stessa che a casa sua: «E’ vero. L’Italia da noi ha perso. Forse anche perché loro non sono tanto abituati a giocare col nostro caldo». Da qualche anno quasi tutti i figiani giocano in Europa, nel XV titolare c’è anche l’ex Rugby Parma Lewaravu ora al Mont de Marsan, per cui il gap atmosferico è stato colmato: ora non hanno più scuse.
Dai Saracens alle Zebre, da Londra a Parma. «Rugby un po’ diverso: là c’è più intensità e fisicità. Qua c’è una buona qualità di vita, si sta bene, si mangia bene. I compagni mi hanno accolto bene, mi hanno messo a mio agio. Poi c’è Dion Berryman che conosce già un po’ d’italiano e mi aiuta. Mi dicevano di una città molto fredda con nebbia … » argomenta osservando il sole di un martedì che dona ancora un po’ di tepore. Gli facciamo presente che finora trattasi di eccezione: un po’ di nebbia l’ha già assaggiata e in quanto a neve nell’inverno scorso si sarebbe divertito. Lui e i compagni rimasti più i “permit players” hanno ripreso la preparazione in un’affollata Cittadella del Rugby (ci sono anche gli azzurri Emergenti e dell’Under 20 che si allenano) in vista del prossimo impegno: 23 novembre a Swansea contro gli Ospreys dell’ex Tebaldi. «Stiamo crescendo, ogni giorno impariamo qualcosa dallo staff tecnico. Rispetto allo scorso anno le Zebre hanno una vittoria e un pari e quasi gli stessi punti finali. E siamo solo all’inizio. Manca la vittoria in casa: spero arrivi il prima possibile».

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