Nel 1977 la selezione ad inviti ideata da Marco Bollesan giocò, a Parma, un "test-match" con la squadra di club gallese.
Le Zebre hanno battuto Newport: 23-22. In sogno? No, non scherziamo. Un auspicio? Volendo … Però è successo davvero. Dove? A Parma. E dai … non è uno scherzo. Era il 4 giugno del 1977. Le Zebre erano “quelle” Zebre, il club a inviti fondato da Marco Bollesan cinque anni prima. Quella contro Newport era la nona partita ufficiale della loro storia. Allora i quadrupedi andavano di moda in Italia: c’erano anche i Lupi, romani, ideati da Italo Lo Cascio proprio in quel 1977. Senza dimenticare i Dogi, che non c’entrano con le quattro zampe ma era per dare a Cesare quel che è di Cesare. Insomma, era un periodo fertile. Altri tempi, altre prerogative. Ma dicevamo di quel 4 giugno. Era un Newport “codigno” ma senza alcune stelle. David Burcher, Gareth Evans e Jeff Squire erano con i British Lions, ad esempio, e non c’era il metaman Ken Davies. Però c’erano il Man of the Match della finale di Welsh Cup, vinta ad aprile, Ian Barnard e uno dei marcatori, l’ala Jeff Cranton. C’era il pilone Colin Smart che da capitano, lui inglese, in vece di Burcher alzò prima dei compagni quella Welsh Cup. I suoi 17 caps con la maglia della “Rosa” li mise insieme a partire dal 1979, dopo che nel 1974 rifiutò la convocazione per il Galles (di gallese aveva ben poco, manco la madre che era greca). Poi c’era il 33enne Jeff Watkins, seconda linea, uno che con Newport aveva battuto gli Springboks nel 1969 e che segnò l’unica meta del suo club contro gli All Blacks nel 1973 e che era stato in tournée con i Barbarians. Un mix di vecchie lenze e baldi giovani che ammorbidiva un poco la consistenza di una squadra che nella stagione 1976-77 perse solo 6 partite su 42, più una sconfitta e un 22-22 coi Barbarians. Poi in giugno ecco la tournée italiana. Di quelle Zebre vittoriose facevano parte gli allora giocatori della Rugby Parma Gaetaniello (Fabrizio), Pace, Pavesi, Romagnoli e Lauri. Ma c’erano pure l’attuale tecnico delle Fiamme Oro Roma, Presutti, Ghizzoni e due stranieri, guarda caso gallesi: Thornton del Torino e l’apertura Cornwall, uno che fece le fortune del Brescia e che ha iscritto 483 punti in carriera nel campionato italiano. Dalla piazzola si divisero i compiti Ghizzoni e Cornwall ma quest’ultimo segnò anche una meta ai suoi connazionali; le altre due furono di Arnulfo e del reggiano Salsi. Ah, per par condicio: due giorni prima Newport perse anche con i Dogi a Treviso (12-4, allora la meta valeva 4 punti).
Questo Newport, dalle sembianze di Dragons, non avrà Lydiate, Faletau e qualche altro. Ma quella di domenica prossima è un’altra storia.