È un Parma dai due volti. Piace per il suo modo aggressivo e sbarazzino di affrontare l’avversario, ma al contempo le prime quattro partite di Serie A ne hanno rivelato anche i punti deboli.
Nessuno come i ducali ha saputo approcciare tanto bene l’avvio di gara in questo primo scorcio di stagione. La giovane squadra allenata da Pecchia contro Fiorentina, Milan, Napoli e Udinese non solo è sempre passata in vantaggio subito, ma ha anche concluso i primi tempi sul punteggio di una momentaneo vittoria. Tant’è che, se si consulta la speciale classifica di come sarebbe la Serie A in base ai risultati acquisiti entro l’intervallo, il Parma si classifica primo a punteggio pieno (12 punti su 12) con un buon margine di 4 lunghezze sull’inseguitrice Juventus che – sempre numeri alla mano – è una delle uniche due squadre a non aver ancora subito un gol entro i primi 45’. Ma i Crociati superano i bianconeri di Torino anche nel dato delle reti realizzate nei primi tempi (i ragazzi di Thiago Motta sono fermi a 4): 4 delle 5 marcature parmigiane sono arrivate nei primi 30 minuti del campionato, tante quanto l’Inter campione d’Italia e una sola in meno rispetto al Milan vicecampione.
Insomma, lo sprint è da primato. Peccato, però, che al rientro dagli spogliatoi il rendimento in termini di punti raccolti per il Parma sia inferiore di due terzi. La Serie A presenta il conto: tutti i primi quattro turni lo hanno dimostrato. I vantaggi maturati sono sempre stati (almeno) pareggiati e hanno portato in dote soltanto 4 punti: contro la Fiorentina ci si è spartiti la posta in palio, contro il Milan il pareggio subito è stato trasformato in una situazione di definitiva vittoria, ma Napoli e Udinese hanno saputo ribaltare la situazione dopo essere stati sotto.
Se nella trasferta in Campania l’episodio dell’espulsione di Suzuki è stato il momento sliding doors, nel match contro i friulani la differenza a livello fisico e di tenuta atletica ha fatto soccombere Delprato e soci. I fasti della precedente annata in Serie B, in cui i gialloblù avevano incamerato 66 punti da 25 situazioni di vantaggio (21 vittorie, 3 pareggi e 1 sconfitta), resteranno un lontano ricordo: la Serie A non perdona disattenzioni né cali di ritmo. L’ammissione era arrivata anche da parte dello stesso Pecchia nella conferenza post-Udinese: «Nel secondo tempo abbiamo fatto quanto fatto nel primo, ma con un livello tutto più basso. E può succedere questo. Dobbiamo fare sempre tutto oltre i nostri limiti. Come invece abbassiamo il livello…».