Passano i giorni ma il mercato del Parma stenta a decollare. In città si respira un clima poco confortante, tra delusione e speranza, in attesa del colpo che possa infiammare una piazza frastornata dopo il caso Spezia-Parma e i conseguenti deferimenti.
Il budget per la campagna acquisti è risicato (si parla di 15 milioni), idem per il monte ingaggi (inferiore al milione); limiti che tagliano fuori il Parma dalle trattative più importanti, quelle per i giocatori sotto i 25 anni. Ed è per questi motivi che il direttore sportivo Daniele Faggiano si sta muovendo su profili over 30: Biabiany, Borriello, Cassano, Thereau, Rigoni… Usato sicuro, lo definirebbe qualcuno, in realtà questi nomi si portano dietro una valigia piena di punti interrogativi. Nomi che da un lato incentivano il romanticismo dei tifosi ma dall’altro aumentano le incertezze.
“Faremo la fine del Benevento” sostiene una parte della tifoseria, “Centreremo il quarto miracolo consecutivo” risponde l’altra corrente. E’ il bello e il brutto del calcio d’estate: si può dire di tutto e di più. Di sicuro, le altre due neopromosse, Empoli e Frosinone, non stanno facendo sfracelli sul mercato, come è logico che sia.
Il compito di Faggiano è complicatissimo, perché il budget di una neopromossa è risicato e il passaggio definitivo alla gestione cinese (dal 1° luglio) pare non abbia portato quella montagna di soldi che in molti speravano e sognavano. Forse perché negli anni precedenti si è fatto il passo più lungo della gamba, spendendo cifre spropositate per vincere i campionati di D, C e B? O forse perché il presidente Lizhang al momento non è disposto a fare follie, mantenendo i conti in ordine? Qualunque sia il motivo, sul mercato del Parma pende l’esito del processo federale, tant’è che alcuni affari sono in cassaforte da tempo, ma per l’ufficialità si attende solo la sentenza di primo grado. Ad oggi gli affari conclusi sono 5: Stulac e Alves a titolo definitivo, gli altri tre (Dimarco, Sepe e Sierralta) tutti con la formula del prestito. Senza dimenticare i 5,5 milioni sborsati a giugno per i riscatti obbligatori di Ceravolo, Dezi e Gagliolo. Per ora mancano i fuochi d’artificio. Ma, soprattutto, mancano i giovani su cui costruire il futuro.
Poi c’è da sfoltire la rosa a disposizione di D’Aversa, anche in questo caso piena zeppa di over e con contratti onerosi. Piazzare i vari Calaiò, Di Cesare, Munari, Barillà, Siligardi non è semplice, anche se gli interessamenti non mancano. Ad oggi, a parte Mazzocchi al Perugia, non ci sono altre operazioni in uscita.
Alla chiusura del mercato mancano 35 giorni, non sono pochi. Facile immaginare che le ultime 48 ore saranno quelle decisive per completare l’organico e abbassare le pretese di alcuni club. Nel frattempo il mercato crociato resta avvolto nell’incertezza e i tanti nomi che circolano in queste settimane, non fanno altro che incrementare i dubbi e lo smarrimento di una parte della tifoseria.