La storia si ripete, ma questa volta a parti invertite. 15 anni dopo Lecce-Parma è di nuovo sfida decisiva per la salvezza, in questo caso quella dei salentini, attualmente terzultimi, ad una sola lunghezza dal Genoa che, invece, affronterà in casa l’Hellas Verona.
Il caso ha voluto così: lo stadio Via del Mare teatro di uno scontro che per il Parma vale poco e per il salentini la sopravvivenza.
La memoria corre al 29 maggio 2005: Lecce-Parma 3-3, crociati costretti allo spareggio salvezza col Bologna, l’ultimo della storia della serie A (salentini salvi), ma in caso di sconfitta in Salento sarebbero retrocessi automaticamente.
Fu una partita piena di paure, veleni e sospetti, sotto un caldo torrido: aprì le marcature Morfeo (22′), poi Pinardi (30′) e Vucinic (41′) ribaltarono tutto, al 43′ il pareggio di Bresciano, al 47′ il 3-2 di Dalla Bona e infine al 56′ il pareggio definitivo di Gilardino. Fu la partita della “famose” ammonizioni ed espulsioni “chirurgiche” (rosso a Contini e Morfeo, giallo a Bolano, Bonera, Gilardino e Vignaroli), dei sospetti e dei veleni, tant’è che Zdenek Zeman trascorse buona parte del secondo tempo dietro la propria panchina, per protesta contro i propri giocatori (“ho avuto la percezione che i miei giocatori, benché sollecitati da me a fare la gara senza esitazione, potendola vincere, si siano adeguati a direttive che provenivano dalla mia società”), dissociandosi da quanto avveniva in campo. Versione poi confermata anche durante il processo Calciopoli.
A fine gara (3-3) mister Carmignani andò a parlare con i tifosi crociati nel settore ospite con le lacrime agli occhi. Momenti drammatici che rischiavano di cancellare il Parma dal pianeta calcio, considerando che a quei tempi il club era in amministrazione controllata e il futuro al quanto incerto. Poi il derby spareggio evitò il peggio, oltre a scrivere una delle pagine più belle della storia gialloblù.
Domenica al Via del Mare si replica, ma questa volta con una prospettiva differente e senza paura.