Parma Calcio
L’addio dell’ex Pepito Rossi: «Il calcio è un mondo falso»

L’Artemio Franchi di Firenze è pronto a salutare uno dei calciatori che hanno lasciato maggiormente il segno negli ultimi anni.
Giuseppe Rossi ha fatto innamorare chiunque, a prescindere dai colori difesi con tenacia e orgoglio. Per questo, alla festa che celebrerà la sua indimenticabile carriera, in programma domani (sabato) alle ore 18, non mancheranno ospiti d’eccezione, allenatori e compagni che hanno condiviso con lui ricordi indelebili.
Una carriera purtroppo segnata da diversi infortuni gravi ma anche da una grande forza di volontà. Pepito ha ripercorso la sua carriera in una lunga intervista al Corriere della Sera, partendo proprio da Parma, il trampolino verso il grande calcio.
“A 17 anni dopo un allenamento col Parma, al campo si presenta un emissario dello United che mi chiede di aprire la mano e mi porge una spilla con il logo della squadra. Firmai il contratto in un ristorante, con me c’era papà. Si ammalò nel 2009, un tumore. Mamma mi nascose tutto per un po’, voleva proteggermi. Il giorno in cui mi chiamò per raccontarmi tutto crollai a terra, era inizio febbraio: tornai negli Usa per salutarlo, dopo qualche settimana morì.
Tutto quello che sono lo devo a lui. A 12 anni lasciai gli Usa per andare al Parma, lui mollò tutto e partì con me: non parlavo bene la lingua, mi sentivo solo, piangevo molto. Ma non volevo deluderlo, non volevo fargli vedere le mie difficoltà. Più avanti mi confessò che aveva tenuto pronte le valigie per un mese, mi avrebbe voluto bene anche se fossimo tornati in America”.
Poi l’attacco al sistema calcio: “Troppi infortuni, a livello psicologico è dura, devi stare fermo un anno e a me in carriera è capitato cinque volte. Il dolore è tanto, come il tempo da trascorrere da soli. Il calcio è un mondo falso, fino al giorno prima mi volevano tutti, poi più nessuno. Quello che potevo fare l’ho fatto: non tutto dipende da se stessi, bisogna capirlo”.
