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Calcio Serie A

Guidolin: Giusto che si critichi l'allenatore, la squadra deve stare tranquilla

Guidolin: Giusto che si critichi l'allenatore, la squadra deve stare tranquilla

"Bisogna essere forti in questo momento, le critiche adesso è giusto che le facciano all'allenatore". Francesco Guidolin si presta a fare da parafulmine alle critiche e concentra su di se l'attenzione nel momento più delicato della sua gestione, ….

… aggravato nelle ultime ore dall’addio di Panucci che lima ancor più una rosa che già doveva fare i conti con l’infortunio di Dzemaili e la squalifica di Jimenez e che nel reparto difensivo presenta ora ben poche alternative per il tecnico.
Quello di Guidolin è un compito difficile, deve trovare il modo di risollevare un gruppo in crisi nera, di gioco e di risultati: “L’allenatore deve presentarsi davanti alla stampa e dire le proprie verità ed i propri pensieri, tanto sono solo parole, perché a contare sono solo i fatti. Ma le parole mie sono posate perché non servono a gettare fumo negli occhi della gente. La squadra deve stare tranquilla perché in questo momento sotto pressione ci deve stare l’allenatore: un allenatore che fa 2 punti in 9 gare è normale che sia sotto pressione, è normale che sia sotto osservazione, è normale che sia criticato, ed è normale che sia in discussione. La squadra deve stare tranquilla, deve lavorare come ha sempre fatto, deve ritrovare la propria strada e basta”.
Una strada che in quel di Cagliari è stata smarrita: “Noi abbiamo sbagliato all’inizio della partita, quando abbiamo subìto un’occasione da gol su contropiede: stavamo attaccando, abbiamo perso palla e gli avversari sono ripartiti. Il primo gol l’abbiamo preso perché superati in un due contro due sulla fascia sinistra: i giocatori del Cagliari sono entrati in area e poi c’è stata la deviazione di Zaccardo. Da là in poi la squadra si è rimessa in piedi; abbiamo costruito l’occasione per portarci sull’1-1 che ci avrebbe dato grande morale, grande spinta; abbiamo preso il secondo gol; abbiamo battuto 13 calci d’angolo; abbiamo costruito quattro o cinque palle da gol e abbiamo fatto una prova dignitosa, secondo me, fuori casa. E’ vero che il Cagliari sul 2-0 ha controllato la partita ed ha spinto di meno, e se fossimo stati sullo 0-0 sarebbe stata una partita in cui il Cagliari avrebbe spinto di più, perché è una squadra che lo sa fare, però secondo me noi eravamo pronti per sopportare questo tipo di spinta. E’ un periodo che subiamo troppi gol, e quindi dobbiamo migliorarci ed essere più cinici, più pronti sottoporta, perché non ho visto tante squadre fuori casa costruire quello che abbiamo costruito noi, eppure non abbiamo fatto neanche una rete. C’è da migliorare sotto questo aspetto, e continuare a lavorare. Non c’è altro da fare.”
Guidolin rifiuta anche le critiche di chi sostiene che le sue squadre calino sempre un pò in questo periodo: “E’ successo altre volte che sotto la mia gestione ci siano state squadre che hanno fatto un po’ di più all’andata ed un po’ di meno al ritorno, e questo ha secondo me una spiegazione nel fatto che ho spesso allenato squadre che avevano come obiettivo primario salvarsi, ed una volta raggiunto quel tipo di obiettivo, le squadre hanno mollato, un po’ per stanchezza, dovuta ai ritmi elevati tenuti fino a quel momento. Ma non sempre è stato così, perché ad Udine ho fatto più punti al ritorno che all’andata; con il Vicenza ho conquistato una Coppa Italia a maggio, e se vai piano non vinci una Coppa Italia. Con lo stesso Vicenza avevo ottenuto più o meno gli stessi punti all’andata ed al ritorno; con il Bologna anche. Si parla di campionati con 34 partite. Questa è una fase nuova: una fase del genere l’ho vissuta a Palermo. A quest’ora noi avevamo 43 o 44 punti, ma là c’era una spiegazione, perché si era fatto male Amauri e non avevo alternative. Lì c’è una spiegazione logica, qui non so cosa dire. La preparazione di Malta non c’entra niente; la preparazione in generale è stata modificata nel corso del tempo perché ci sono persone nuove nel gruppo. Probabilmente è più un problema psicologico che fisico, tecnico o tattico. Quando una squadra spinge molto per arrivare in alto, per tenere certi ritmi, in una porzione di annata paga sempre qualcosa.”

Il tecnico saluta Panucci e lo ringrazia, ma respinge le ipotesi di un dissidio col difensore: “Panucci è stato molto importante nel nostro cammino. In questa fase del campionato, soprattutto fino a Natale, come del resto tutta la squadra, è stato fondamentale, e di questo lo ringrazio. Non c’è mai stato niente tra di noi: c’è solo stato un bel rapporto, un buon rapporto tra allenatore e giocatore. Ho avuto il piacere di conoscerlo sia come ragazzo che come calciatore. A noi ed a me ha dato una mano importante: il resto sono chiacchiere, ed io rispetto le sue decisioni.”
Come si immagina questa settimana che porta ad una sfida per i più decisiva?
“Credo sarà una partita difficile contro una squadra che ha ritrovato salute e risultati. Sarà difficile, ma non è una partita assolutamente decisiva: ne mancano 13 e dobbiamo prepararci al meglio, essere molto compatti e coesi. Possiamo confrontarci con la Sampdoria con le nostre qualità e le nostre armi.”

Armi da affilare in questi giorni di ritiro a Salsomaggiore, per uscire dalla crisi prima che la classifica si faccia preoccupante.

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