Dieci anni al Napoli e sette al Parma. Due trampolini di lancio verso il grande calcio. Fabio Cannavaro racconta e ricorda i primi due amori calistici: "A Napoli ero giovane, una promessa, mentre a Parma c’è stata la mia consacrazione – attacca l'ex difensore -.
Lì abbiamo vinto con una squadra fortissima, soprattutto solo coppe. Un grande gruppo che viveva senza la pressione delle grandi squadre. Parma mi ha permesso di crescere ad altissimo livello”. Da Napoli a Parma, era l’estate del 1995: “Ero a Milano, mi fecero salire in una stanza dell’hotel. Ferlaino doveva salvare il Napoli dal fallimento e il mio manager stava trattando, voleva capire. Poi mi dissero che bisognava vendermi per forza, ma io non volevo accettare, all’epoca mi vedevo con un futuro azzurro”. Domenica al San Paolo andrà in scena Napoli-Parma, l’ennesimo capitolo di una storia piena di intrecci e ricordi.
Da un napoletano all’altro. Oggi, poco prima della rirpesa degli allenamenti a Collecchio, ha parlato Raffaele Palladino: “Il ricordo delle trasferte al San Paolo negli ultimi anni è positivo; abbiamo saputo fare anche qualche scherzetto. Anche domenica ci sono i presupposti per fare bene. Per me è una partita sempre particolare, perché sono napoletano. Ma se segno esulto, perché sono stato fuori a lungo e aspetto un gol da tanto”.