A volte il destino si diverte a disegnare strani eventi. E’ il caso di Genoa-Parma in programma questo pomeriggio allo stadio Marassi.
Fin qui niente di strano, se non fosse per il fatto che, da due mesi a questa parte, sulla panchina rossoblu siede un certo Pasquale Marino. E quella con il Parma rischia seriamente di essere la sua ultima partita a Genova, visto e considerato che la sua squadra è reduce da tre sconfitte consecutive contro Catania, Atalanta e Chievo. Il burrascoso presidente Preziosi non ha lanciato alcun ultimatum, ma voci bene informate sostengono che quella con il Parma è l’ultima chance per il tecnico siciliano, il cui contratto con il Grifone scade nel 2013.
Insomma, Marino è a rischio esonero. E destino vuole che possa essere proprio il Parma ha rovinargli la festa. Se così fosse sarebbe il secondo esonero consecutivo firmato Parma; un intreccio pazzesco. Una casualità irripetibile. L’ultimo esonero di Marino, proprio nel giorno della sua 400esima panchina da professionista, risale al 3 aprile 2011, dopo un Parma- Bari (1-2) pieno di veleni e sospetti (vedi l’inchiesta della procura di Bari su presunte infiltrazioni mafiose).
Erano tempi grigi, in quel periodo il Parma non vinceva da 3 mesi e valcuni tifosi avevano addirittura indetto una petizione online per “cacciare” l’ex allenatore dell’Udinese; il rischio retrocessione era realtà, tant’è che i crociati erano quartultimi in classifica (+2 sulla zona retrocessione), in piena crisi di gioco e risultati. La sconfitta con il Bari fu la goccia che fece traboccare il vaso. Fu la fine di un progetto, la fine di quel 4-3-3 che avrebbe dovuto incantare i tifosi e sbalordire la serie A. Poi arrivò Franco Colomba e firmò un mezzo “miracolo”, centrando la salvezza dopo una bella “cavalcata”. Fu confermato per la stagione in corso ma il 5-0 di San Siro, contro l’Inter, spinse il presidente Ghirardi all’ennesimo esonero. Il presente si chiama Roberto Donadoni. Un presente che nasconde numerosi intrecci, alcuni dei quali molto intriganti. Donadoni ha guidato il Genoa per soli due mesi, in serie B, nella stagione 2003-04: il tecnico debuttò nel girone eliminatorio di coppa Italia ottenendo 1 vittoria (3-0 a Livorno, ma a tavolino), 1 pareggio (1-1 a Cesena) ed 1 sconfitta (0-1 a Marassi dal Torino), score che non fu sufficiente per qualificarsi al secondo turno. Molto più traumatico fu invece l’avvio di campionato in serie B. Il suo Genoa infatti subì 3 sconfitte nelle prime 3 giornate, in ordine 0-1 in casa dal Livorno, 0-1 a Torino contro i granata e 0-3 a Marassi contro l’Atalanta, con quest’ultima partita che costò l’esonero all’attuale allenatore crociato, sostituito da Luigi De Canio. Statistiche ed esoneri a parte, quella di sabato è una partita fondamentale anche per il Parma.
Donadoni è reduce dalla sconfitta dell’Olimpico, contro la Roma, che ha spento l’entusiasmo iniziale generatosi dopo i cinque risultati utili consecutivi inanellati dal tecnico bergamasco. Sconfitta che ha riproposto vecchi problemi: poca cattiveria agonistica, attacco inesistente e centrocampo senza qualità. E’ sembrato di rivedere il Parma di Colomba. A Marassi tornerà Floccari ma non Paletta. Il 3-5-2 di Donadoni è un modulo collaudato, anche se meno intrigante del 3-4-3, ma questo garantisce solidità al reparto difensivo tant’è che nelle ultime
6 partite il Parma ha incassato solo 4 reti, a differenza del Genoa di Marino che, invece, di reti ne ha incassate ben 15 (in 6 gare). Proprio l’approssimativa organizzazione della difesa è la principale accusa che la società rivolge nei confronti del tecnico siciliano che in questi giorni ha detto di essere tranquillo. Eppure il Parma è come un incubo.