L’argomento torna d’attualità con cadenza annuale o biennale. I club si seconda e terza fascia, tra questi il Parma, vorrebbero una distribuzione più equa dei diritti tv per cercare di rendere più competitivo il campionato di serie A.
Una battaglia che spesso finisce su un binario morto. Oggi è stato il presidente del Torino, nonchè editore della Gazetta dello Sport (e non solo), a risollevare il problema: “Una più equa distribuzione dei diritti tv ha portato la Liga ad essere molto più competitiva. Se distribuisci meglio gli introiti tutti i club possono fare acquisti migliori, che elevano il livello del campionato e la sua immagine. In Italia c’è un club, la Juventus, che incassa il doppio o quasi del secondo club in questa classifica economica, l’Inter. Vantaggio finanziario che si trasforma in dominio sportivo: la Juventus ha vinto gli ultimi 8 campionati. C’è una statistica che lega chiaramente il monte salari ai titoli vinti, e la Juventus in un solo trimestre spende in stipendi 86 milioni.
Vuol dire quasi 350 milioni all’anno.
Ci vogliono dei correttivi, perché tutto dipende dai fatturati: una più equa distribuzione dei diritti tv ha portato la Liga ad essere molto più competitiva. Se distribuisci meglio gli introiti tutti i club possono fare acquisti migliori, che elevano il livello del campionato e la sua immagine. Cosa che a sua volta ti rafforza sul mercato dei diritti tv, facendoti diventare più attraente. Puoi migliorare gli stadi e combattere con più forza pirateria e violenza. La Super Champions va nella direzione opposta: più soldi a chi è già ricco, per questo va fermata.
Pochi anni fa Italia e Spagna incassavano la stessa cifra per i diritti tv all’estero, 100 milioni. Oggi la Liga prende un miliardo, la Serie A 400 milioni”.