Ieri Lucarelli (leggi qui), oggi Faggiano. Il Parma prende una posizione forte contro la squalifica di Scozzarella (leggi qui). Lo fa in modo educato e senza sollevare polveroni, ma chiedendo risposte e certezze, anche per non alimentare strane supposizioni, aggiungiamo noi.
Ecco il pensiero del direttore sportivo Daniele Faggiano pubblicato oggi sul sito ufficiale del Parma, il giorno dopo la sconfitta con il Verona:
“Chi segue il Parma sa benissimo che la società ha da sempre una linea chiara per quanto riguarda il rapporto con gli Organi Federali. C’è fiducia in chi è chiamato a decidere, sapendo che come tutti gli essere umani a volte si può sbagliare. Sbagliano i giocatori, sbaglia l’allenatore, sbagliamo noi dirigenti, sbagliano gli arbitri. Proprio per questo non facciamo mai polemica di fronte alle telecamere o pubblicamente, non cerchiamo mai alibi, ma discutiamo sempre in modo costruttivo nelle sedi opportune, con la speranza di crescere tutti insieme.
Delle volte però ci troviamo di fronte a situazioni uguali valutate in modo completamente diverso a seconda delle circostanze. Questo è ciò che davvero fatichiamo a tollerare. Potremmo parlare di cose accadute sul campo, ma tra contrasti di gioco e situazioni al limite rischiamo di perderci in discussioni fuorvianti.
Il discorso inaccettabile è quello legato alla squalifica di Matteo Scozzarella. Proviamo ad accettarla, per carità, perché non ci resta altro da fare. Però tre giocatori sono stati segnalati per blasfemia nella nona giornata, e sfido chiunque a vedere le immagini e dire che non è chiara l’espressione che viene utilizzata da ciascuno dei tre. Fermo restando che noi come Parma condanniamo assolutamente ogni tipo di blasfemia e di violenza verbale, si evince una chiara disparità di trattamento. Questa è una situazione che non possiamo e non vogliamo accettare.
Il tutto a meno di ventiquattro ore dal fischio d’inizio della partita contro il Verona. Se poi qualcuno ci vorrà dare delle spiegazioni, nell’ambito di un discorso costruttivo e volto ad una crescita da parte di tutto il movimento, siamo sempre pronti e disponibili. Ma fino a quel momento, visto che una spiegazione logica non c’è o non l’abbiamo ancora trovata, non chiedeteci di accettare con il sorriso una situazione che di sicuro ci ha danneggiato.
Poi non cerchiamo alibi, noi dobbiamo fare il nostro, ma abbiamo già tante assenze e in più piovono squalifiche sulle quali non avremmo nulla da dire se venissero però assegnate a tutti coloro che si comportano nello stesso modo con un metro di giudizio coerente. Questo mio sfogo, concedetemelo, è perché il fatto che accettiamo sempre tutto con il sorriso non significa che abbiamo intenzione di vivere situazioni di questo tipo senza battere ciglio”.