Era una conferenza stampa attesa, perchà © in molti speravano di ascoltare, dalle parole del diretto interessato, cioè Francesco Guidolin, la verità  sul suo futuro e su quello della panchina del Parma.
Il tecnico veneto ha risposto a tutte le domande, senza fare una piega, dicendo chiaramente che il discorso è ancora aperto e che solo il colloquio tra lui il presidente Ghirardi e l’ad Leonardi, in programma tra dieci giorni, chiarirà la situazione. La cosa certa è che tra Guidolin e la società (Leonardi in primis) c’è qualche problema. Saperne di più è un’impresa.
“Mi dà un po’ fastidio vedere che si sta tentando di screditarmi con queste sottolineature al tradimento. Francamente è una cosa che io non capisco: le cose che faccio, le faccio alla luce del sole. Mi dispiace per chi cavalca questa tesi; mi dispiace perché io sono e sarò sempre una persona serie e leale. Mi dispiace perché qualcuno insiste nel cercare di creare un clima poco favorevole nei miei confronti, ma in realtà la verità è molto più semplice di quello che appare da certe voci. Mi dispiace che venga un pochino intaccata la mia persona parlando di incontri segreti: io nono sono abituato così, e mi dispiace che qualcuno lo scriva. Ho sempre agito con molta correttezza nei confronti delle società per cui ho lavorato, sempre. Solo questo mi dà un po’ fastidio; per il resto la squadra è preparata e concentrata, anche se troverà comunque delle difficoltà perché la Juventus è comunque la Juventus, ma ci darà dentro”.
Il tecnico gialloblù respinge le voci e le accuse, comprese quelle insistenti circa un suo incontro privato con i dirigenti dell’Udinese. “Di questo non parlo. Dico che mi dà fastidio che venga messa in maniera poco carina nei mie confronti. Parlerò a fine stagione, e tutto sarà chiarito. Nel frattempo – spiega Guidolin – continuo ad avere i miei rapporti normali con il mio presidente e con l’amministratore delegato, e con tutta la società, perché anche qui si sente dire che si vive un clima di nervi tesi, ed invece non c’è nulla di vero. Capisco che in Italia certe cose funziono solo se sono condite dalla tensione, ed attenzione perché l’Italia è un paese, calcisticamente parlando, che non ha bisogno di esasperazioni quando non è il caso, perché si possono fare determinate scelte anche in buona pace, senza polemizzare. Invece ieri sera io sono stato con Leonardi, con il presidente sono stato al telefono un quarto d’ora venti minuti ieri. Più di dirlo alla gente di Parma che mi ascolta, e la cosa mi sembra molto importante, non so cosa fare. Non posso aggiungere altro se non dire che ci siamo dati appuntamento tra una decina di giorni per chiarire tutte le cose. Dobbiamo ancora sederci attorno ad un tavolo. Ma nel frattempo ci stiamo parlando e ci stiamo confrontando. E devo dire, per quello che è il mio stile ma anche quello dei miei interlocutori, che lo stiamo facendo con molta serenità”.
Insomma, la situazione resta indecifrabile e questo non aiuta la squadra che domani dovrà affrontare la Juventus. Guidolin, però, rassicura tutti: “La squadra è concentrata ed ha lavorato molto bene anche questa settimana, come ha sempre fatto finora. I ragazzi sono tranquilli e non sarà certo per le voci che si sentono che cambieranno i nostri risultati da qui alla fine della stagione. La partita contro la Juventus è importante, molto prestigiosa, molto difficile; è vero che noi i nostri obiettivi li abbiamo già raggiunti da tempo, ma vorremmo inseguirne qualche altro”. L’ultimo pensiero è per l’amico e collega collega Alberto Zaccheroni: “E’ un po’ che non ci incontriamo, ma abbiamo fatto tutta la gavetta insieme. Abbiamo fatto il corso da allenatori insieme, siamo più o meno coetanei ed abbiamo fatto tanta gavetta insieme: quando io ero a Fano, lui era a Venezia. Insomma, siamo cresciuti insieme. E siamo anche arrivati in Serie A insieme. Sia io che Alberto eravamo figli del 4 4 2, però poi abbiamo fatto percorsi professionali che ci hanno portato a cambiare. Lui è stato colui che ha portato per primo in Italia il 3 4 3, proprio ad Udine; è uno che ha portato delle cose nuove, è uno competente, è uno che sa. E’ uno che ha esperienza. E come Zaccheroni è stato l’ideatore del 3 4 3, mi sarebbe piaciuto sentirmi riconoscere la paternità del 4 2 3 1. Siccome il 4 2 3 1 l’ho cominciato io in Italia, io non sono stato così bravo a pubblicizzarmi, così come non sono stato bravo a pubblicizzarmi per le mie 400 panchine in Serie A: nessuno mi ha stretto la mano; non l’ho visto scritto da nessuna parte. Ma questo sono io, con le mie capacità e con le mie incapacità, con il mio carattere e con il mio modo di essere. E non mi dispiace”. Come sempre, nessuna indicazione sul sistema di gioco con il Parma affronterà la Juventus.